ANCONA – Via libera dall’Aula del Consiglio regionale al rendiconto 2020 delle Marche. L’ok a maggioranza, nella seduta di ieri 29 novembre. 19 i voti a favore, 8 i contrari (Pd) e 2 gli astenuti (M5s e Rinasci Marche).
Il risultato di amministrazione della Regione Marche per il 2020 ammonta a 471,69 milioni di euro, con il rispetto del pareggio di bilancio, nonostante la pandemia abbia comportato maggiori uscite e una minore capacità di investimento.
«Il Rendiconto parificato del 2020 riguarda un anno eccezionale – ha detto l’assessore regionale con delega al Bilancio, Guido Castelli, in video collegamento dalla sua abitazione perché ancora in isolamento dopo aver contratto il Covid-19 -, straordinariamente caratterizzato da deroghe, che non consentono di ritenerlo utile a politiche da elaborare, in controtendenza, con un aumento esponenziale della spesa pubblica in Italia e una fortissima contrazione entrate».
L’assessore ha poi ricordato gli «interventi normativi utili, salvifici che hanno sovvertito regole contabilità, il patto di stabilità sospeso e una forte dipendenza politica del bilancio rispetto agli interventi normativi statali». Inoltre ha rimarcato che il giudizio di parifica della Corte dei Conti «ha dimostrato una reattività di bilancio buona».
Il totale delle entrate accertate nell’esercizio risulta pari a 5.219.202.673,22 euro, di cui 4.571.028.637,24 riscossi e versati, mentre 648.174.035,98 euro sono da riscuotere. Le spese di competenza ammontano a 5.361.795.976,70 euro, di cui 4.613.785.777,63 euro pagati e 748.010.199,07 euro da pagare.
La relazione in Aula è stata curata per la maggioranza dalla consigliera Jessica Marcozzi (FI) e per la minoranza da Marta Ruggeri (M5S). Il Consiglio ha respinto l’ordine del giorno del Pd con cui chiedeva la revoca del provvedimento di nomina del segretario generale di Giunta e la relativa ingiustificata erogazione delle retribuzioni.
«Abbiamo votato convintamente contro il rendiconto – spiega il consigliere regionale del Pd Romano Carancini – per la mancanza di coraggio della giunta Acquaroli: il rendiconto vale per 9 dodicesimi il bilancio della giunta Ceriscioli, che nonostante le gravi difficoltà imposte dalla pandemia era riuscita a mettere in campo una manovra da 210 milioni di euro di cui oggi vediamo gli effetti positivi».
Secondo il dem, infatti, «il rimbalzo del Pil registrato dalle Marche (8,5%) nel primo semestre di quest’anno, superiore di due punti percentuale a quello della media nazionale, in un contesto di grande emergenza, è frutto della manovra della giunta Ceriscioli».
Carancini evidenzia che la giunta Acquaroli «si è avvalsa della norma che consente di svincolare l’avanzo, eppure i 9 milioni di euro non sono stati utilizzati per le priorità presenti nelle Marche», fra le quali il dem annovera la situazione delle Rsa che «non sono state ancora ristorate dei maggiori costi sostenuti con la pandemia, con il rischio che debbano aumentare le rette per gli ospiti».