ANCONA – «In sciopero per una assistenza di qualità». È una delle frasi scritte sui cartelloni che questa mattina 11 aprile campeggiavano davanti ai cancelli della Residenza Dorica, in via Primo Maggio ad Ancona dove una cinquantina di lavoratrici della struttura del Gruppo Kos Care si sono ritrovate per un presidio.
La mobilitazione, promossa dai sindacati, Cgil e Cisl, ha visto anche uno sciopero di tre ore ad inizio del turno di lavoro. Al centro della protesta la nuova organizzazione del lavoro adottata a partire dal primo marzo. «A poco più di un mese di distanza dall’adozione della nuova organizzazione che riduce il minutaggio assistenziale sull’ospite – spiega Giorgio Paterna, Fp Cgil Ancona – abbiamo visto che le condizioni di lavoro che sono peggiorate e oltre a questo c’è una difficoltà da parte della struttura ad organizzare il lavoro a partire dai turni, con cambi continui, e ferie assegnate d’imperio e poi revocate. Insomma da parte della struttura stessa c’è una difficoltà a dare seguito alla nuova organizzazione».
Per i sindacati c’è un problema di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, per questo chiedono «con forza il ritiro dell’organizzazione lavorativa». L’adesione allo sciopero, fa sapere Cgil è stata intorno al 90% dei lavoratori. «Siamo pronti a proseguire se non ci sarà un passo indietro – spiega Paterna – siamo disponibili a sederci attorno ad un tavolo di confronto con l’azienda per conciliare le esigenze datoriali con quelle dei lavoratori e degli ospiti».
Marco Paialunga Fisascat Cisl ricorda che quella di oggi è la «terza iniziativa dopo una manifestazione e due giornate di sciopero, eppure nulla è cambiato e i turni sono gli stessi. Chiediamo all’azienda di tornare indietro – prosegue – la mobilitazione andrà avanti finché non avremo risposte, soprattutto per quanto concerne la tematica dell’aumento dei carichi di lavoro delle dipendenti che dalla nuova organizzazione hanno avuto una riduzione delle giornate lavorate». Il primo sciopero si era tenuto l’8 marzo scorso nella giornata internazionale della donna (la maggior parte dei dipendenti sono donne).