Ancona-Osimo

Respinti i domiciliari per Claudio Pinti. L’ex fidanzata: «Deve restare in carcere, è pericoloso»

L'autotrasportatore di Montecarotto, condannato a 16 anni per aver contagiato con l'Hiv l'ex fidanzata e aver provocato la morte dell'ex compagna, rimarrà in carcere. Lo sfogo della ex compagna Scaloni

Claudio Pinti

ANCONA – La Corte di Appello di Ancona ha respinto la richiesta dei domiciliari per Claudio Pinti, l’autotrasportatore di Montecarotto condannato nel marzo 2019 a 16 anni e 8 mesi per aver contagiato con l’Hiv l’ex fidanzata e aver provocato la morte dell’ex compagna, deceduta in seguito a complicanze legate all’Aids.

Entrambe le donne sono state contagiate dall’Hiv trasmessogli da Pinti che, nonostante fosse già a conoscenza delle sue condizioni di salute, avrebbe nascosto alle due la sua malattia. La decisione della Corte di Appello è arrivata in seguito ad una perizia medico legale che ha valutato lo stato di salute di Pinti come non incompatibile con il carcere, consigliando tuttavia il ricovero ospedaliero.

L’autotrasportatore dopo uno sciopero della fame, è tornato a rifiutare le terapie ed è stato posto sotto sorveglianza. «È giusto che la Corte d’Appello abbia rifiutato i domiciliari, chi è sieropositivo e non si cura ha in mano un'”arma” che può essere pericolosa per gli altri – dichiara Romina Scaloni, l’ex fidanzata dell’uomo -: Pinti ha causato la morte dell’ex compagna 32enne e a me ha provocato lesioni gravissime, se non mi fossi accorta in tempo sarei potuta finire in dialisi».

«Quell’uomo – prosegue – deve restare in regime carcerario o in ospedale, non certo a casa da dove può scappare. Oltretutto ai domiciliari avrebbe a disposizione un pc, che sappiamo bene ha usato in passato per adescare le sue vittime: va sorvegliato 24 ore su 24».

Secondo Romina Scaloni, «le terapie per i sieropositivi dovrebbero essere obbligatorie, specie per chi come lui omette di comunicare di avere un virus del genere, e rifiutando le cure meriterebbe un aumento di pena». Pinti, arrestato nel giugno 2018, attualmente è recluso nel carcere di Rebibbia.