Ancona-Osimo

«No ai neofascismi», nasce nelle Marche la prima rete regionale antifascista

E' stata presentata ad Ancona la prima rete regionale antifascista delle Marche, promossa da Anpi. Ne fanno parte una ventina di movimenti, tra forze politiche, associazioni e sindacati

Un momento della presentazione della rete regionale antifascista nella sede Anpi di Ancona

ANCONA – Ha mosso i primi passi il 7 novembre scorso a Jesi, ma è stata presentata ufficialmente solo oggi – 24 novembre – nella sede di Ancona di Anpi, la prima rete antifascista delle Marche. L’obietto è quello di tenere ben accesi i riflettori sulla necessità di combattere ogni forma di fascismo e razzismo, un punto messo nero su bianco in un documento sottoscritto nei giorni scorsi, attraverso il quale ha preso forma la rete.

Una ventina i movimenti che ne fanno parte, tra associazioni, sindacati e forze politiche, oltre ad Anpi, fra i quali spiccano Cgil, Cisl e Uil, il Partito Democratico, il Partito Comunista Italiano, Dipende da Noi, Arcigay, Libera, Ami, Agedo. La costituzione della rete è avvenuta a Jesi, una sede scelta in seguito al ritrovamento il 14 ottobre scorso di una bottiglia molotov davanti alla sede locale della Cgil, un episodio avvenuto nei giorni successivi all’assalto della sede romana del sindacato ad opera di esponenti di Forza Nuova durante una manifestazione contro il Green pass.

Paolo Pagnoni, presidente provinciale Anpi Pesaro Urbino, delegato rete antifascista Marche

«Il neofascismo sta tornando in maniera sempre più evidente sia a livello nazionale che locale – spiega Paolo Pagnoni, presidente provinciale Anpi Pesaro Urbino e delegato al coordinamento regionale della rete antifascista – e ora che la rete è nata ufficialmente continueremo a confrontarci e a tenere alta la guardia su qualunque episodio possa accadere».

Tra gli obiettivi della rete anche quello di «promuovere iniziative concrete per contrastare i neofascismi in Italia e nella nostra realtà locale» aggiunge Pagnoni, sottolineando che la rete chiederà con forza lo scioglimento di forze politiche e movimenti di stampo fascista come Forza Nuova, in applicazione alla Costituzione.

Ad più di un mese di distanza da quanto è accaduto a Roma, nonostante «le richieste pressanti di cancellare una forza fascista come Forza Nuova, perché ancora non c’è stato nessun risultato?» è da questo interrogativo che Anpi ha chiamato a raccolta associazioni e movimenti politici per costituire la rete. «Dovremo insistere affinché si possa arrivare al risultato – spiega Pagnoni – che è poi quanto prevede la Costituzione che vieta l’attività ai partiti fascisti».

A sinistra Maurizio Mangialardi

Maurizio Mangialardi, capogruppo consiliare dei dem, in rappresentanza del Partito Democratico, del gruppo assembleare e dei giovani del partito, ha spiegato che il Pd «ha aderito convintamente alla proposta di Anpi» con l’obiettivo di «lasciare indietro divisioni e scelte che hanno portato partiti, associazioni e gruppi di persone a non ritrovarsi su una matrice indispensabile come quella antifascista». Ha poi sottolineato la necessità di trasferire la memoria alle giovani generazioni ed ha assicurato il sostegno e l’impegno del partito.

Non solo antifascismo, tra i punti messi nero su bianco nel documento della rete, sono tanti i temi: giovani, lavoro, disoccupazione, la delocalizzazione operata da alcune imprese che rischia di mettere in ginocchio tante famiglie. Obiettivi trasversali alle associazioni e ai movimenti politici che ne fanno parte.

Il mondo sindacale

Giuseppe Galli di Cgil, ha definito quanto accaduto a Roma, un attacco al mondo del lavoro e ai valori della democrazia e della rappresentanza sindacale: «Serve una rete antifascista internazionale ed è importante che nelle Marche ci si sia subito organizzati con un coordinamento largo e diffuso». E Cgil, Cisl e Uil si sono messi a disposizione per promuovere i valori della democrazia e la memoria storica dell’antifascismo.

Nel corso della presentazione è stata anche sottolineata l’importanza del ruolo delle giovani generazioni ed i «segnali preoccupanti che arrivano dall’Ufficio Scolastico regionale» che in alcuni messaggi destinati agli studenti aveva fatto riferimenti ai temi del fascismo.

Cgil, Cisl e Uil alla presentazione della rete antifascista