Ancona-Osimo

Riforma della giustizia, le reazioni della politica nelle Marche

Divide il mondo della politica, la riforma della giustizia che punta, nelle intenzioni, a dare tempi certi in Appello e Cassazione, sconti per patteggiamento e riti abbreviati

Parlamento, foto Presidenza della Repubblica, Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38210179

ANCONA – Tempi certi in Appello e Cassazione, un Comitato scientifico, entrata in vigore graduale, sconti per patteggiamento e rito abbreviato, fino a 4 proroghe per l’aggravante mafiosa. Sono i punti salienti della riforma della giustizia su cui il Governo Draghi ha trovato la quadra. La Camera ha approvato il testo che ora passa al Senato.

La riforma, che introduce nuove norme sulla improcedibilità, interessa i reati commessi dopo il primo gennaio 2020 ed entrerà in vigore in modo graduale per consentire agli uffici giudiziari di organizzarsi. Il provvedimento prevede regole ad hoc per i reati di terrorismo, mafia, droga e violenza sessuale.

Nei primi 3 anni, ovvero fino al 31 dicembre 2024, sono previsti termini più lunghi per i processi: 3 anni in appello e 1 anno e 6 mesi in Cassazione. La possibilità di prorogare il termine di durata massima di un processo deve essere motivate dal giudice sulla base della complessità del processo. Per l’aggravante mafiosa sono previste fino a due proroghe, oltre a quella già prevista per tutti i reati. Poi dal primo gennaio 2025 non c’è più limite alle proroghe per i reati gravi: in Appello i processi potranno durare fino a 2 anni, più una proroga di un anno al massimo, mentre in Cassazione 1 anno più una proroga di sei mesi.

La riforma prevede inoltre l’istituzione di un Comitato tecnico scientifico ad hoc presso il ministero della Giustizia, il quale dovrà riferire in ordine all’evoluzione dei dati sullo smaltimento dell’arretrato pendente e sui tempi di definizione dei processi. Inoltre dovrà monitorare l’andamento dei tempi nelle varie Corti d’Appello e riferire i risultati al ministero della Giustizia in modo che possano essere presi i provvedimenti necessari sul fronte dell’organizzazione e del funzionamento dei servizi. Risultati che poi dovranno essere trasmessi annualmente al Consiglio superiore della magistratura.

Marchetti (Lega): «Lega forza di governo affidabile ed equilibrata»

Riccardo Marchetti, commissario regionale Lega

«La Lega è stata protagonista della riforma della giustizia e finalmente abbiamo archiviato lo scempio targato Bonafede – dichiara Riccardo Augusto Marchetti, commissario regionale Lega Marche -. Siamo soddisfatti: oltre ai reati di mafia, abbiamo voluto che anche quelli di violenza sessuale e traffico di droga venissero considerati tra i reati per i quali si debba andare fino in fondo senza che i processi termino prima del tempo».

Marchetti ricorda che il segretario del partito Matteo Salvini «è stato in costante contatto con il presidente del consiglio Draghi: ancora una volta la Lega ha dimostrato, a differenza dei 5Stelle che per giorni hanno minacciato di non votare la riforma Cartabia, di essere forza di governo affidabile ed equilibrata. Ai capricci di chi ha presentato oltre 900 emendamenti per rallentare la riforma, noi abbiamo risposto lavorando a testa bassa per migliorare il testo. Riformare la giustizia è una nostra priorità: lo abbiamo dimostrato in Parlamento e continuiamo a darne prova nelle piazze, dove in queste settimane gli italiani sono tornati finalmente protagonisti grazie al Referendum Giustizia».

Emanuele Prisco, coordinatore regionale Fratelli d’Italia

Prisco (FdI): «Rischia di burocratizzare i processi e di liberare dal carcere i delinquenti»

«È una riforma che rischia di burocratizzare i processi e di liberare dal carcere i delinquenti». È il commento lapidario di Emanuele Prisco, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. La normativa non piace al partito della Meloni che vede tra le sue maglie una sorta di pericoloso «tana libera tutti» che rischia di «far tornare a piede libero detenuti gravati da condanne pesanti». A non convincere Prisco sono poi i provvedimenti contro i reati di mafia e i «tanti termini di discrezionalità che aprono a controversie in Cassazione». Secondo il commissario del partito «bastava cancellare la riforma Bonafede, invece si è optato per un provvedimento che rappresenta un compromesso al ribasso». Fratelli d’Italia chiede «processi brevi e certezza della pena».

Coltorti (M5S): «Confronto continuo»

Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato

«Confronto continuo» è la parola d’ordine del Movimento 5 Stelle, alla cui guida c’è l’ex premier Giuseppe Conte. Il senatore pentastellato Mauro Coltorti spiega che «il Governo Draghi, con all’interno tutte le forze politiche, opererà una restaurazione delle conquiste fatte dal governo Conte. Ora lo scontro è stato sulla Giustizia e solo grazie al Movimento 5 Stelle è stato possibile che i processi di appello con l’aggravante mafiosa potranno durare 6 anni sino al 2024 e poi 5. I reati di associazione mafiosa, voto di scambio, terrorismo, droga e reati sessuali potranno essere prorogati illimitatamente. L’appello inizialmente previsto con un tempo massimo di due anni sale a 4 e poi potranno scendere a 3 su parere di un Comitato Tecnico. Se si riaprirà il dibattito processuale per nuove prove il cronometro si fermerà». Il senatore risponde al pressing dell’Europa che «vuole una accelerazione dei processi che in Italia durano troppo» evidenziando che «in Europa non hanno la mafia, la camorra e la sacra corona unita. In Europa non hanno organici sottodimensionati che sono stati ridotti continuamente negli ultimi decenni, proprio perché i processi avessero lunghezze inverosimili».

Secondo Coltorti «chi poteva ricorrere ad un buon avvocato allungava i tempi per ricorrere alla prescrizione che annullava il lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine. In Europa la digitalizzazione dei procedimenti è in atto da tempo mentre da noi in molti tribunali ci sono ancora i faldoni cartacei. L’aumento degli organici era stato avviato dal Ministro Bonafede ma il covid aveva impedito i concorsi che sono stati riavviati ora. Purtroppo in molte regioni i tribunali sono stati centralizzati e portati tutti nel capoluogo di regione una misura che continua ad essere portata avanti in barba alle richieste europee di accelerazione dei processi».

Inoltre rimarca che giovedì in Senato è stata respinta la richiesta da parte di tutte le forze politiche di proroga dell’apertura dei tribunali di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona e archiviato una misura che certamente accelererebbe i processi. Il Movimento 5 Stelle è stata l’unica forza politica a chiedere ed ottenere miglioramenti sostanziali alla riforma Cartabia anche se avremmo voluto ottenere ulteriori miglioramenti. L’improcedibilità a cui andranno incontro tanti processi ordinari per altri reati verso la pubblica amministrazione, l’ambiente, la corruzione ecc. è un abominio come anche sottolineato dall’Associazione Nazionale Magistrati, dal Consiglio Superiore della Magistratura, dall’Associazione Agende Rosse di Salvatore Borsellino e da tanti magistrati in prima fila per la lotta alla criminalità organizzata come Nino di Matteo, Nicola Gratteri, Gian Carlo Caselli e tanti altri. Stupisce che queste voci non siano state minimamente ascoltate» e che «è stato necessario l’intervento di Giuseppe Conte. Tutti questi magistrati e le associazioni sopra citate sono concordi nell’affermare che la riforma non accelererà i processi ed anzi introdurrà dei vulnus nei processi ordinari perché non debbono esserci processi di serie A e di serie B ma la legge, sino a prova contraria, deve essere uguale per tutti. Il Movimento 5 Stelle è riuscito a migliorare la riforma che andrà in vigore nel 2024. Ora coloro che continuano a ritenere che la giustizia sia un valore con la V maiuscola sanno chi votare se vogliono che si intervenga per modificarla».

Piergiorgio Carrescia, membro assemblea nazionale Italia Viva

Carrescia (Italia Viva): «Bicchiere mezzo pieno»

«È una buona riforma anche se avrei preferito il testo originario votato dal Consiglio dei Ministri – afferma Piergiorgio Carrescia, membro dell’assemblea nazionale di Italia Viva -. Quello che si va ad approvare, per fortuna, manda comunque in soffitta la pseudo riforma di Bonafede e il giustizialismo grillino. Politicamente non ho apprezzato le cessioni ai ricatti di Conte perché è solo il primo momento di una strategia per logorare il Governo. Comunque la valuto come un bicchiere mezzo pieno».