ANCONA – Proseguono senza sosta per il terzo giorno le ricerche in mare dei due dispersi dopo l’affondamento del “Franco P”, inabissatosi mercoledì sera nello specchio d’acqua tra la costa pugliese e quella croata, in acque internazionali. L’imbarcazione era partita alla volta dell’Albania trainando un motopontone con a bordo 11 persone rimaste incolumi, mentre a bordo del rimorchiatore c’erano 6 persone.
Nell’affondamento sono morte tre persone dell’equipaggio, Luciano Bigoni (65 anni) e Andrea Massimo Loi (58 anni), entrambi residenti ad Ancona, e Jelali Ahmed, 63enne di origini tunisine, residente a Pescara. Ancora dispersi i due marittimi pugliesi, entrambi di Molfetta (Bari). Unico superstite tra coloro che erano a bordo della imbarcazione affondata, al momento, è il comandante, il 63enne Giuseppe Petralia, ricoverato in ospedale a Bari.
La Guardia Costiera di Bari, con il supporto di unità aeree e motovedette di altre forze militari e delle autorità croate, ha esteso l’area di ricerca spingendosi più a sud. Sulla vicenda la Procura di Bari ha aperto un fascicolo e il motopontone dal quale la notte dell’affondamento era stato lanciato l’allarme, è stato sottoposto a sequestro.
Le undici persone a bordo della piattaforma galleggiante, testimoni oculari del naufragio, sono state sentite dalla Capitaneria di Porto, per ricostruire i contorni della vicenda. Nel fascicolo d’inchiesta, con le ipotesi di reato di cooperazione colposa in naufragio e omicidio colposo plurimo, sono indagati il comandante e l’armatore. Nei prossimi giorni la Procura valuterà se disporre l’autopsia sui corpi delle tre vittime e disporrà gli accertamenti tecnici sul pontone.