ANCONA – Rincari, influenza e festività: è un dicembre difficile per le piscine. Gli impianti annaspano sotto il peso dei rincari, che «in un anno hanno raggiunto il 600% per quanto riguarda l’incremento del prezzo della bolletta dell’energia elettrica e il 500% per quella del gas», spiega Igor Pace, di Cogepi che gestisce le piscine di Passetto e Ponterosso ad Ancona, e la comunale a Chiaravalle. «Da gennaio c’è stata una forte contrazione dei ricavi – spiega – e adesso c’è un calo fisiologico di utenza legato al periodo festivo, ma anche all’arrivo del freddo e dell’influenza». Una situazione che si aggiunge ai rincari energetici.
«Oggi il costo dell’energia elettrica è il doppio di quello di ieri – evidenzia – Ieri costava 0,29 euro al kilowattora; oggi è salito a 0,42 euro al kilowattora». A preoccupare il gestore è soprattutto l’energia elettrica, più che il gas: tra la disinfezione dell’acqua, gli impianti di illuminazione che devono essere accesi prima perché le giornate sono più corte, e l’energia consumata per il funzionamento delle caldaie, il timore è quello di un nuovo salasso nelle prossime bollette. «Il nostro problema – spiega – è quello della liquidità, i comuni di Ancona e Chiaravalle ci hanno dato i contributi promessi, per fortuna; ora speriamo che i nostri fornitore siano “comprensivi”».
Per gli impianti natatori «c’è una situazione di pesantezza senza confine – spiega Fausto Aitelli, presidente Fin Marche (Federazione Italiana Nuoto) – I gestori non sono ancora riusciti a recuperare le perdite di due anni di pandemia che si trovano a fronteggiare una nuova emergenza, a causa dei prezzi salati di energia elettrica e gas».
Molti si sono organizzati per contenere i costi di energia elettrica e gas, riducendo l’orario di apertura, mentre «da soli, senza l’aiuto di Comuni e Regione – spiega – non riescono ad investire per interventi di abbattimento dei consumi energetici, come pannelli solari e coibentazione. La maggior parte degli impianti sono stati realizzati anni fa e avrebbero bisogno di interventi strutturali che però richiedono tempi lunghi e investimenti che i gestori non sono in grado di affrontare perché già in ginocchio a causa del Covid ed ora alle prese con una nuova ‘tegola’, quella dei rincari»
I gestori degli impianti fanno fronte comune e dopo essersi ‘coalizzati’ durante la pandemia, danno vita all’associazione gestori piscine. A gennaio 2023 formalizzeranno questa unione con un «vero e proprio atto costitutivo»: una venticinquina gli impianti natatori che hanno aderito nei quali è presente la Fin. L’obiettivo, spiega «è far sentire la propria voce in maniera più incisiva: le piscine non sono rientrate tra le attività energivore, ma non possono, a differenza di altre attività, adottare soluzioni per risparmiare come ridurre le temperature o rinunciare alle manutenzioni».