Ancona-Osimo

Rincari, Schiavoni di Confindustria: «Buona parte delle imprese in sofferenza. Autunno rischio tempesta perfetta»

Il presidente degli industriali marchigiani esprime preoccupazione per la situazione delle imprese, tra rincari e attese anche di un mese e mezzo per la consegna delle materie prime

Claudio Schiavoni

ANCONA – «C’è forte preoccupazione per la situazione attuale e in prospettiva anche per l’autunno», quando inflazione e rincari potrebbero toccare nuovi record. Il presidente degli industriali marchigiani, Claudio Schiavoni spiega «buona parte delle aziende in questo momento sono in sofferenza» e anche se da un lato «hanno molto lavoro» questo è legato a commesse i cui contratti sono stati stipulati precedentemente all’avvio dei rincari energetici e delle materie prime, condizioni che non possono essere ridiscusse oggi, per cui l’extra costo resta sul groppone delle imprese a fronte di un fatturato stabile».

Un quadro che secondo Schiavoni «rischia di ridurre notevolmente i margini di fatturato» e che si va ad aggiungere «alla tensione finanziaria generata dal lavoro ‘a singhiozzo’ a causa della pandemia» che ha obbligato molte imprese ad indebitarsi, accendendo mutui che ora devono iniziare a pagare in una situazione in cui i rincari energetici, di carburante e materie prime sono esplosi.

«Siamo di fronte alla speculazione più che alla guerra – dice il presidente di Confindustria Marche – è ora che la Comunità Europea intervenga con un tetto al prezzo dell’energia, servono interventi strutturali e sul cuneo fiscale che consentirebbero alle famiglie di avere più soldi a disposizione e di conseguenza poter mettere in circolo risorse che alimentano l’economia».

Nelle Marche «siamo in linea con il trend nazionale – osserva – l’export va bene, la produzione riprende, ma temiamo che l’autunno sarà la ‘tempesta perfetta’ come annunciato da diversi economisti». Secondo Schiavoni «sta ripartendo anche il calzaturiero, ma sono fortemente preoccupato per i settori più energivori come ceramica, metallurgia, plastica». Tra le criticità affrontate dalle imprese in questa fase congiunturale c’è anche il tema delle materie prime, che oltre ai rincari, registrano «difficoltà di reperimento e ritardi nelle consegne. Un esempio? Per ferro e rame il ritardo sulle consegne può arrivare fino ad un mese e mezzo»

«Tempi di consegna molto lunghi che rischiano di far saltare gli impegni, ma devo dire – conclude – che la clientela si sta mostrando comprensiva, ma certamente per quanto concerne i rincari non ci sono margini di trattativa».