Ancona-Osimo

Ancona, «il rione di Capodimonte si sta svuotando». Il grido dei residenti: «Fatelo vivere»

Abbiamo ascoltato i residenti di uno dei quartieri più storici del capoluogo regionale: «Le auto qui sfrecciano tra via Cialdini e via Podestii»

I residenti esasperati

ANCONA – Benvenuti a Capodimonte, il rione più vecchio di Ancona tra degrado e bivacchi, risse e discariche (abusive) a cielo aperto. È quanto denunciano i residenti della zona: da Laura Baldelli a Maurizio Pignocchi, passando per Rita Stecconi, che punta il dito sui sampietrini che saltano via dalla carreggiata.

E poi: abitazioni con una vista mozzafiato che «si svalutano per il rumore dei traghetti, ciuffi d’erba ovunque, e toppe di catrame sulle buche di una pavimentazione storica», troppo spesso messa a repentaglio dalle auto in corsa, che – quando si fermano – lo fanno quasi sempre in sosta vietata.

«Le auto qui sfrecciano tra via Cialdini e via Podesti e sì – fa la signora Baldelli – sono un pericolo per i passanti, dato che mancano i marciapiedi. La soluzione? Beh, è semplice, far rispettare le regole che sono già vigenti, ma che restano sulla carta. Infatti, questa, sul regolamento comunale, è una zona a traffico limitato (ztl, ndr) da anni, ma nessuno fa rispettare le norme. Certo, i vigili non possono essere ovunque, ma basterebbero le telecamere». Come d’altronde succede in piazza del Plebiscito.

Con Maurizio Pignocchi, facciamo un giro verso la rupe di via XXIX Settembre, passando prima davanti all’ex osteria Strabacco, ritrovo dell’Ancona id un tempo e di moltissimi personaggi famosi: dietro ciò che rimane dell’ex ristorante, una discarica a cielo aperto.

Sopra il parcheggio coperto, cui ci si affaccia da uno dei vicoletti dell’ex ghetto ebraico, «avrebbe dovuto essere costruito una sorta di mega giardino floreale, ma poi – chissà perché – il progetto è naufragato», fa notare Pignocchi, che punta il dito non solo sulla rupe di Capodimonte, ma anche sullo stato del sentiero nei pressi di Posatora, al Borghetto.

«Molti tratti di quel sentiero del Borghetto che collega Posatora a Torrette, sono impraticabili perché sommersi da canne e rovi». Ma torniamo a Capodimonte: «Qui – dicono gli abitanti – serve una riqualificazione e un’ultimazione del Park Traiano. Siamo nel passaggio che da via Rupi porta verso via Cialdini. Tutta la parte superiore, dove credo fosse previsto un ristorante, non è stata mai ultimata e col tempo, gli atti vandalici e l’incuria hanno fatto il resto».

Già, i vandali, altra piaga del rione, alle prese talvolta con risse e scazzottate. Come quella della scorsa settimana in via Oberdan. «Un quartiere ormai allo sbando, che sta perdendo la sua identità originaria. Eppure, sinagoga, Chiesa ortodossa e ambulatorio del ‘900 (con dentro gli strumenti di una volta), potrebbero diventare una vera e propria attrazione culturale. Chissà se la nuova giunta comunale sa dell’esistenza di un museo della medicina in via Cialdini».

Tragedia sfiorata, sempre la scorsa settimana, per un incendio che è divampato dietro la struttura del Benincasa, in via Podesti. Alcuni ragazzi avrebbero appiccato il fuoco e i contatori di palazzo Marchetti sarebbero potuti saltare facendo una strage. Il muro del Benincasa è ancora annerito dalle fiamme. Ci hanno pensato i vigili del fuoco a domarle: «Il rione si sta svuotando – commenta Baldelli – Servono piccole iniziative di quartiere, anche in sinergia col Comune, per restituire dignità a Capodimonte. Un quartiere, il mio, concepito con una serie di piazzette che vanno popolate. Invece, persino le panchine cadono a pezzi. E fra i giochi dei bambini di piazza San Marco bivaccano i disperati».

La giovane Erika, che abita lì, nei pressi di piazza San Marco, lo sa bene. Qualcuno, da quelle porte piccole che affacciano sul mare, conferma di guardarsi bene dall’uscire di casa la sera, quando la notte incombe e la luce è fioca.

Il grido degli abitanti, poi, si concentra sulle attività commerciali: «Vanno incentivate – fanno sapere in coro – Il Comune si sbrighi a cedere in affitto quei tanti negozi che ha nei piani terra delle vie di Capodimonte. Sarebbe pure un’entrata per l’amministrazione che – con poco – potrebbe far rivivere una bellissima parte di Ancona».

Servono «eventi – per i residenti – ma servono subito. Non c’è bisogno di grandi ristoranti o iniziative spettacolari,, basta ripopolare quelle piazzette che fanno parte della fisionomia della zona». Rita Stecconi propone un’iniziativa in memoria di Franco Podesti, celebre pittore anconetano, per dare un contributo all’atmosfera della zona: l’evento potrebbe arrivare in autunno, ma è ancora top secret.

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