Ancona-Osimo

In classe come prima della pandemia, gli studenti: «Un piacere tornare a vedere i compagni senza mascherina» – VIDEO

Ritorno a scuola con il sorriso sul volto per quasi 200mila studenti marchigiani, felci di tornare a vedersi in volto dopo due anni di distanziamento

Primo giorno di scuola all'Istituto scolastico IIS Podesti Calzecchi Onesti di Ancona

ANCONA – Volto scoperto e sguardo emozionato. Sono entrati così a scuola gli studenti marchigiani. La campanella questa mattina è suonata per quasi 200mila studenti e studentesse (per la precisione 199.392), che ritornano fra i banchi di scuola senza più le restrizioni che hanno caratterizzato gli ultimi due anni scolastici.

Senza Dad, distanziamento e protezione facciale, in classe si respira una ritrovata normalità che piace agli studenti, che possono finalmente tornare a vedersi in faccia, dopo tre anni di scuola a distanza o a singhiozzo. «Un piacere ritornare a vedere i nostri compagni di istituto senza mascherina», dicono i ragazzi all’ingresso dell’Istituto d’Istruzione Superiore Podesti-Calzecchi Onesti. Qui questa mattina si è svolta la cerimonia di apertura dell’anno scolastico alla presenza del direttore dell’Ufficio Scolastico regionale Marco Ugo Filisetti, del consigliere regionale Carlo Ciccioli, in rappresentanza della Regione Marche, del presidente della provincia di Ancona Daniele Carnevali, in rappresentanza di Upi Marche e della dirigente scolastica Saula Rosati

Da sinistra Ciccioli, Carnevali, Filisetti e Rosati

«Torniamo a vedere in viso ragazzi e professori» che avevano iniziato nel periodo della pandemia «e che quindi non avevamo mai visto in faccia» hanno detto alcuni ragazzi. Il direttore dell’Ufficio Scolastico regionale Marco Ugo Filisetti ha spiegato che per la cerimonia è stata scelta la scuola professionale e tecnica dove vengono preparati «i protagonisti del sistema manifatturiero».

Carlo Ciccioli ha rimarcato che la scuola è fondamentale nel processo di «trasformazione di un giovane in un adulto, un passaggio importantissimo non solo nozionistico, ma anche educativo e formativo della persona». Ha poi sottolineato il ruolo di integrazione del sistema scolastico sia sul fronte della disabilità che delle difficoltà formative e di relazione», oltre che di «comunità». Secondo Ciccioli occorre avere «un occhio attento sulla scuola» perché gli studenti sono i «futuri adulti» che faranno parte del mondo del lavoro, delle istituzioni e dell’associazionismo.

Infine l’accenno alla preparazione dei giovani alla competizione: «Tutti noi siamo in competizione con altri popoli, con altre parti del mondo, quindi è essenziale, che in questa competizione, che è buona, facciamo la nostra parte». 

Con la scuola che riveste il ruolo di luogo principe nel processo di socializzazione, «il fatto di non dover sottostare» a «mascherine e distanziamento, credo che sia una riconquista per tutti quanti» ha evidenziato il presidente della provincia di Ancona Daniele Carnevali. «Le istituzioni sono vicine alla scuola, perché un paese civile degno di questo nome non può fare a meno dell’istruzione e della scuola, perché significa non investire nel proprio futuro» ha concluso.

La dirigente scolastica dell’istituto Saula Rosati che ha assunto l’incarico il primo settembre, ha evidenziato che le lezioni n presenza rappresentano una modalità didattica più coerente con la normale vita della comunità scolastica, a beneficio dei ragazzi.

Nell’istituto che adotta già dagli scorsi la settimana corta, con la crisi energetica, la dirigente ha spiegato che ci sarà una maggiore attenzione ai consumi adottando specifiche accortezze come «essere attenti alla luce e allo spegnimento dei computer, norme a cui a volte i ragazzi non fanno caso» ma a cui la comunità scolastica presterà attenzione.

Con la scuola che riveste il ruolo di luogo principe nel processo di socializzazione, «il fatto di non dover sottostare» a «mascherine e distanziamento, credo che sia una riconquista per tutti quanti» ha evidenziato il presidente della provincia di Ancona Daniele Carnevali. «Le istituzioni sono vicine alla scuola, perché un paese civile degno di questo nome non può fare a meno dell’istruzione e della scuola, perché significa non investire nel proprio futuro» ha concluso.