ANCONA – La squadra amministrativa e di sicurezza della Questura di Ancona, unitamente a personale del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Ancona ha chiuso di recente un locale abusivo. Si tratta di una struttura di circa 200 metri quadri che era trasformata in bar e sala danzante, alle spalle di piazza del Plebiscito, in via Matas. Si trattava di un circolo privato, mai registratosi al comune come tale, di cui è risultata presidente una donna di 35 anni.
Il controllo amministrativo congiunto è stato effettuato a seguito di esposti dei cittadini residenti in zona, che lamentavano musica ad alto volume, in orari notturni, che veniva emessa dal locale in questione. Questo ha permesso di verificare come il gestore del circolo avesse organizzato l’attività di somministrazione di alimenti e bevande e di pubblico spettacolo senza essere in possesso di alcuna autorizzazione. Al momento dell’accesso alla struttura vi erano una trentina di avventori che ballavano su una pista improvvisata, con un DJ munito di consolle, altri che bevevano sostanze alcoliche serviti al bancone da una persona che ai controlli è risultata sprovvista anche del permesso di soggiorno.
Sono stati pertanto contestati alla donna 2 verbali di illecito amministrativo per la violazione dell’art. 666 comma 1 C.P. e degli artt. 63/69 della Legge Regionale n.27/2009. La sanzione amministrativa per la violazione dell’art. 666 c.p. va da 256 a 1032 euro. Ma la stessa è stata deferita all’AG per la violazione di cui all’art. 681 cp, per non avere mai chiesto l’agibilità della struttura per le attività di pubblico spettacolo (artt.80 e 68 TULPS).
Personale dlle fiamme rosse ha inoltre accertato numerose violazioni di carattere penale, a partire dalle molteplici infrazioni alla Legge 81/2008, in particolare per quanto riguarda le vie di fuga. È stato infine chiesto al Comune di Ancona- Ufficio Suap l’emissione di apposita ed urgente ordinanza di cessazione immediata dell’attività abusiva, secondo quanto previsto dall’art. 666 secondo comma C.P. ed ogni altro provvedimento ritenuto necessario per evitare la prosecuzione della predetta attività.