ANCONA – Nonostante il via libera dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), ci sono ancora timori intorno al vaccino AstraZeneca e le rinunce non mancano anche nelle Marche. Le defezioni «variano da zona a zona – afferma l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – , si va da un 6% della provincia di Ancona fino a un 10-12% nel sud delle Marche».
Il siero anglo-svedese, che era stato sospeso dall’Aifa dopo reazioni avverse e alcuni decessi avvenuti tra Sicilia e Piemonte, viene impiegato anche per gli over 80 «salvo che non abbiano particolari patologie – ricorda l’assessore – , ma spesso rifiutano di prendere quel vaccino». Gli altri sieri impiegati sono Pfizer e Moderna.
Un rifiuto, dettato dal timore di effetti avversi, che fa scivolare chi non vuole il vaccino AstraZeneca in coda alle prenotazioni della propria categoria, rimarca Saltamartini. Intanto ieri 21 marzo nelle Marche sono arrivati «9.900 flaconi di vaccino Moderna» che verranno impiegati per vaccinare gli anziani.
«Nel mese di aprile dobbiamo completare la vaccinazione degli ultraottantenni – prosegue l’assessore – , arrivare cioè fino a 90-100mila persone». Ad oggi nelle Marche sono 204.925 le dosi somministrate su 242.030, l’84.7%. Gli over 80 che hanno ricevuto i sieri disponibili sono 83.658, altri 9.745 anziani sono stati vaccinati nelle strutture residenziali.
«Dobbiamo chiudere con AstraZeneca la vaccinazione di insegnanti e forze dell’ordine, personale della Protezione civile» afferma l’assessore: ad oggi sono 6.558 gli uomini e le donne delle forze dell’ordine vaccinati e 11.217 le persone del mondo scolastico (docenti e personale Ata). Saltamartini spiega che c’è «uno stock di 20mila vaccini che servono per andare avanti da qui alla fine del mese e per i richiami».
Fondamentale la campagna vaccinale visto che nelle Marche il covid-19 non allenta ancora la sua presa: ad essere occupati in terapia intensiva sono 146 posti letto su 233 complessivi e il numero giornaliero dei contagi è ancora alto.
«Purtroppo la curva dell’andamento dei contagi, che aveva iniziato a decrescere già da due settimane, flette molto lentamente e addirittura nella scorsa settimana, per alcune fasce di età, nonostante le scuole chiuse, continuava a crescere» fa notare il governatore Francesco Acquaroli.
Comparando le Marche con l’andamento nazionale e quello di altre regioni, il presidente della Regione Marche invita la popolazione a «prestare la massima attenzione, non solo perché l’andamento della settimana che sta per iniziare sarà determinante a dirci come saremo classificati dal Ministero nella settimana dopo Pasqua».
Il governatore sottolinea che «la pressione ospedaliera è molto alta e dobbiamo riuscire ad abbassarla». Ad un anno dall’inizio di questo incubo, sono comprensibili la stanchezza e l’esasperazione e le conseguenze sociali ed economiche di queste restrizioni, ma la salute resta assolutamente l’obiettivo prioritario che dobbiamo perseguire».