ANCONA – Le Marche al centro del convegno organizzato dalla Lega, «Tutta un’altra economia: la sfida del valore», nella sala congressi della Figc di Ancona, appuntamento con i ministri Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti per discutere di futuro economico del Paese, di infrastrutture, di sistema produttivo. È stata l’occasione, per Salvini, di parlare della regione e del suo governo, dunque di Acquaroli, ma anche e soprattutto del processo di pace e delle posizioni della Lega: «Le Marche sono un modello di buona amministrazione, con tanti sindaci, con imprenditori eccezionali che anche in anni complicati, tra guerre e Covid, hanno continuato a produrre, ad assumere, a investire, a esportare Marche e made in Italy nel mondo – ha detto Salvini –. Adesso viene il momento di raccogliere tutto quello che si è seminato, sia come Lega, perché nelle Marche abbiamo una delle migliori classi dirigenti di tutta Italia, come sindaci e rappresentanti in Regione, sia come sistema produttivo. Come ministero dei trasporti stiamo investendo miliardi e miliardi per recuperare anni di ritardo, quindi conto che sia un 2025 positivo. Se poi arriverà la pace, su cui e per cui stiamo lavorando giorno e notte, e spero che tutti ci stiano lavorando, perché mentre Trump, Putin e Zelensky parlano di tregua, di disarmo, di pace, qualcuno a Bruxelles parla di 800 miliardi di debito per comprare armi ed è un controsenso, se arriverà anche la pace, innanzitutto sarà una buona notizia per tanti ragazzi, in Ucraina e Russia, e poi economicamente parlando sarà una liberazione incredibile di business e di energie».

L’Italia che rischia nuovamente di essere messa in ginocchio dal maltempo induce Salvini a un’altra considerazione, che il ministro collega al riarmo europeo: «Viene il ministro Giorgetti, premiato dal Financial Times come il miglior ministro d’Europa, espressione della Lega. Una bella giornata, che speriamo sia bella anche per toscani ed emiliano-romagnoli che hanno a che fare con l’acqua. Mi domando come si possa pensare di fare debito pubblico per comprare missili e carri armati quando bisognerebbe spendere più soldi, se l’Europa ce lo permetterà, per mettere in sicurezza il territorio». Totale fiducia ad Acquaroli, da parte di Salvini: «Squadra che vince non si cambia, Acquaroli mai stato in discussione». Le Marche stanno attraversando un momento difficile, sul piano del lavoro, ma il ministro è fiducioso: «Fra Covid, guerra, e costo dell’energia, noi paghiamo anche il no al nucleare di decenni fa, i francesi sono molto più competitivi. Però conto sul fatto che i dati economici siano sempre migliori, e insisto, al di là della pace come bene supremo e come ricorda il Santo Padre, anche per l’economia, per le imprese, per l’agricoltura, per tornare a essere amici, la pace può fare la differenza. So che ci sono sui tavoli degli altri ministri diverse vertenze, io conto che i soldi li stiamo investendo per migliorare le infrastrutture, anche e non solo sulla dorsale adriatica, ma anche nel collegamento con le valli. Ovviamente non riesco a fare una strada o una ferrovia in sei mesi, però stiamo mettendo tanti soldi che la prossima amministrazione regionale vedrà».
Su Giorgia Meloni, sul governo e sul ruolo della Lega, Salvini conclude, con una nuova sferzata contro il riarmo: «La Lega è il collante di questa maggioranza, è lo stimolo. Giorgia Meloni sta facendo un lavoro enorme, ovviamente noi spingiamo. La storia della Lega è una storia di coraggio, di coerenza, di identità. Mi hanno accusato per anni di essere un agente al servizio di Putin, una follia, perché ritenevo che la guerra dovesse finire al tavolo della diplomazia, non nelle trincee. E finisce così. Ma i marchigiani le pagano, le sanzioni contro la Russia: andate a parlare con il settore della calzatura, con l’agroalimentare, con il mobile, con la meccanica. Mi sembra che le sanzioni non abbiano messo in ginocchio la Russia, piuttosto abbiano messo in difficoltà le nostre imprese. Il tempo è galantuomo. Il governo è compatto e lo dimostriamo. La Lega è un collante e dà una spinta. Abbiamo ottimi rapporti con Washington, con Gerusalemme e conto che possiamo tornare ad avere rapporti con la Russia, che ha scatenato una guerra disastrosa, però piuttosto che lasciarla nelle braccia della Cina è meglio avvicinarla all’Occidente. So che oggi a Roma la sinistra manifesta per l’Europa, non so se manifestare per chi vuole comprare armi, missili e carri armati sia una cosa intelligente, mentre Trump e Putin parlano di tregua e di pace. Ognuno va in piazza per le idee che crede. Io preferisco l’Europa che aiuta a sistemare strade, ospedali e scuole, non quella che ci obbliga a comprare missili e carri armati. La Lega ha votato e voterà sempre no a un solo euro di debito pubblico europeo, a eserciti europei, a invii di soldati italiani in Ucraina. Invece vogliamo potenziare le nostre forze armate e la nostra sicurezza interna. Perché non penso che il pericolo verrà da est coi carri armati sovietici, per l’Italia il pericolo arriva da sud con l’immigrazione clandestina».