ANCONA – Approvata con 16 voti a favore, 7 contrari e 2 astenuti, la mozione “Condanna per consigliere regionale Maurizio Mangialardi”, a firma dei Capigruppo di maggioranza Renzo Marinelli (Lega), Carlo Ciccioli (FdI), Jessica Marcozzi (FI), Dino Latini (Udc) e Giacomo Rossi (Civici Marche) approdata nell’Aula del Consiglio regionale in seguito alla storia su Instagram postata dal capogruppo regionale del Pd Maurizio Mangialardi nella quale era apparsa la foto rovesciata di Matteo Salvini e di Marine Le Pen (la candidata alla guida dell’Eliseo sconfitta da Macron).
Una vicenda che aveva subito sollevato una serie di polemiche e la presa di posizione della Lega che con il commissario regionale Riccardo Augusto Marchetti aveva chiesto le dimissioni del dem.
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli sulla sua pagina Facebook ha espresso solidarietà verso il leader nazionale della Lega: «In questo clima di tensione e di guerra alle porte dell’Europa e proprio mentre ci si accingeva alla Festa della Liberazione -scrive il governatore -, è surreale e sconcertante aver dovuto assistere ad immagini e messaggi violenti, è davvero triste. Esprimo la mia vicinanza e solidarietà al Segretario della Lega, Matteo Salvini».
L’atto di indirizzo, e stato al centro di un lungo e articolato dibattito, un tema affrontato con una mozione, inserita d’urgenza all’ordine del giorno, per chiedere la condanna dell’episodio da parte dell’Assemblea Legislativa e al gruppo consiliare del Pd di prendere provvedimenti verso il proprio capogruppo (una parte poi eliminata con un emendamento).
Numerosi gli interventi che si sono succeduti, fra i quali quello del capogruppo del Pd Mangialardi il quale ha cercato di chiarire la sua posizione, dopo che la storia è stata accostata all’esposizione del corpo di Mussolini appeso a testa in giù in piazzale Loreto. Mangialardi in Aula ha detto «chiedo scusa al 25 aprile» precisando che la storia è stata postata «il 24 sera» e non il 25 aprile. «Mai e poi mai cerco lo scontro corpo a corpo» ha detto, aggiungendo che «mai c’è istigazione a qualsiasi tipo di violenza anche verbale». Mangialardi ha spiegato che l’immagine era rovesciata a sottolineare la vittoria di Macron su Le Pen e il fatto che «non c’era nessuna attinenza con fatti che non riesco nemmeno a citare, che non appartengono alla mia cultura». Secondo il capogruppo dei dem «il fatto è stato decontestualizzato» e alla richiesta di provvedimenti da parte dell’Aula ha replicato «rispondo solo al mio gruppo, se devo rimettere un mandato lo faccio solo per loro e con loro».
Il consigliere regionale del Pd Fabrizio Cesetti ha sottolineato che il dem «ha sbagliato a fare quel post» ma anche che non c’è stato «nessun messaggio di violenza», quanto piuttosto «uno scivolone» prendendo a riferimento dichiarazioni del capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli. Cesetti ha condannato la presentazione della mozione con carattere di urgenza, spiegando che «la condanna politica si fa fuori da questa Aula». Per il collega di partito Romano Carancini è «sbagliato fare un processo personale a Mangialardi», mentre la consigliera Anna Casini ha parlato di strumentalizzazione della vicenda. Unanime nei dem la condanna per l’inserimento dell’atto con urgenza.
Andrea Biancani (Pd) ha spiegato che il fatto che la vicenda sia approdata in Aula è «un precedente gravissimo», mentre la consigliera Micaela Vitri si è detta «stupita» dal riferimento ai fatti di piazzale Loreto, citati dalla consigliera di Fdi Elena Leonardi, ed ha invitato la Giunta Acquaroli ad investire sulla legge regionale 35 del 2020 legata ai parchi della memoria. Il dem Antonio Mastrovincenzo «la mozione non doveva essere presentata» per questo si è associato al consigliere Carancini che ne aveva chiesto il ritiro, inoltre riferendosi al dibattito ha parlato di «due ore sprecate» e di una «discussione surreale».
Il capogruppo della Lega Renzo Marinelli ha parlato di un «post vergognoso» sottolineandone il contenuto di «istigazione all’odio e all’intolleranza» un messaggio per il quale ha osservato, riferendosi alle dichiarazioni di Mangialardi comparse su Facebook nelle quali «non si è scusato, ammettendo l’errore, ma ha rincarato la dose». Inoltre ha invitato i consiglieri ad «essere tutti molto più attenti» nell’utilizzo dei social network. Il consigliere della Lega Marco Marinangeli ha parlato di un gesto «assolutamente da condannare» ed ha rimarcato «la responsabilità non solo politica, ma anche negli atteggiamenti» dei consiglieri: «Abbiamo un ruolo di fronte all’opinione pubblica» ha detto, aggiungendo «mi sorprende negativamente il fatto che ci siano scuse fuori posto e non ci sia una vera e propria ammissione di colpa».
Il vicecapogruppo della Lega Mirko Bilò ha invitato ad evitare polemiche, sottolineando che le scuse di Mangialardi «hanno un po’ alleviato» l’accaduto. Inoltre ha replicato alle accuse del Pd che lamentavano la scarsa partecipazione della maggioranza alle celebrazioni del 25 aprile facendo notare la sua presenza alla manifestazione ad Ancona. La consigliera Anna Menghi ha spiegato che «la discussione non è inutile» e che lo «scivolone andava stigmatizzato in questa Aula».
Per il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli la vicenda è emblematica del fatto che il Pd applica la «politica di due pesi e due misure» e del fatto che «la deformazione della verità da parte del Pd è costante». Ciccioli ha colto l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, ricordando gli attacchi di cui è stato oggetto da parte dei dem che lo avevano bersagliato di critiche per le sue affermazioni legate alla famiglia naturale, ma ha anche rimarcato «non credo che questo Consiglio o altri organi possano decidere chi è il capogruppo del Pd, c’è una autonomia totale e assoluta». Per il capogruppo di FdI si è trattato di «una sciocchezza “pesantina”» in una data «storicamente assolutamente rilevante». L’attacco di Ciccioli si è allargato ai temi della sanità: «Il più delle volte ascolto dichiarazioni sulla sanità assolutamente imbarazzanti ed estremamente aggressive» ha detto, prendendo le difese dell’assessore Saltamartini.
Secondo Elena Leonardi (FdI) ha sottolineato il richiamo ai fatti di piazzale Loreto legato alle immagini rovesciate un messaggio che «una certa sinistra violenta sta utilizzando sempre più spesso», a tal proposito ha ricordato il caso della candidata sindaca di Potenza Picena i cui manifesti erano stati appesi a testa in giù. Leonardi ha invitato le forze politiche al rispetto ed ha ricordato nella precedente legislatura la mozione del Pd per chiedere le dimissioni del capogruppo della Lega Sandro Zaffiri. Il consigliere di FdI Andrea Putzu ha parlato della storia di Mangialardi come di «un boomerang incredibile» ed alla possibile rimozione di Mangialardi da capogruppo ha replicato ironicamente: «Per noi sei un porta fortuna».
La capogruppo del Movimento 5 Stelle Marta Ruggeri invece ha parlato di «uscita infelice» da parte di Mangialardi, battezzando però la mozione come atto «fuori dal sacco». Il consigliere di Rinasci Marche Luca Santarelli si è unito alla critica relativa alla mozione presentata con urgenza, sottolineando le difficoltà per il suo gruppo nel presentare mozioni, dal momento che «non si dà spazio a discussioni molto robuste che riguardano tutti i marchigiani».