Ancona-Osimo

Sanità, Mangialardi (Pd): «Ancora tagli»

Il capogruppo dei democrat attacca lamentando tagli alla sanità marchigiana. E la segretaria regionale Chantal Bomprezzi rincara la dose. Le critiche avanzate

Maurizio Mangialardi, Pd

ANCONA – «Ancora tagli alla sanità». Maurizio Mangialardi, capogruppo del Pd attacca. «Quando, come Gruppo Consiliare regionale del Partito Democratico, criticammo aspramente la legge di riorganizzazione sanitaria approvata nell’Agosto del 2022 (L.R. 19/2022) – sostiene in un comunicato stampa -, dicemmo che la riforma avrebbe aumentato di molto le spese per stipendi per le poltrone d’oro dei superdirigenti delle costituende AST, mentre lo spezzettamento in 5 aziende territoriali autonome oltre a INRCA e Ospedale di Torrette avrebbe causato disorganizzazione, inefficienze e sarebbe presto risultato insostenibile dal punto di vista economico-finanziario con conseguenti tagli. Spiace constatare che eravamo stati “facili profeti”, sia dell’aumento dei costi per stipendi dei dirigenti (1 milione e 300 mila euro), sia del caos che sarebbe presto sopraggiunto rispetto alle prestazioni e agli operatori, causando quei disservizi che tutti i cittadini marchigiani vivono quotidianamente sulla propria pelle. A ciò, si è poi aggiunto il nuovo Piano Socio-Sanitario 2023-2025, approvato nell’estate del 2023, non solo totalmente inadeguato, ma addirittura pericoloso in quanto ha contribuito ad aumentare la confusione».

Il democrat spiega che «dal punto di vista politico, è impossibile non notare una precisa strategia della destra: mentre la sanità pubblica è allo sbando, il neo-sottosegretario Salvi annuncia in modo molto chiaro all’atto della sua nomina l’impegno per dare più spazio al privato: non tanto al privato convenzionato, che verrà indirettamente messo in difficoltà dai tagli operati dalla Giunta, ma quanto proprio all’aumento delle prestazioni totalmente private come surrogato di quelle che il pubblico non riesce e non riuscirà sempre più a fornire a causa della feroce spending review. Una deriva – dichiara nella nota Mangialardi – risultata chiara sin dall’inizio dell’esperienza amministrativa della Giunta Acquaroli, ma che sta subendo negli ultimi mesi una forte accelerazione verso il definitivo smantellamento del servizio sanitario regionale, come d’altronde già evidenziato a chiare lettere dalla Corte dei Conti e dal Collegio dei Revisori, con l’obbiettivo di escludere definitivamente fuori dal sistema gli indigenti e chi non può pagarsi le cure. Per salvare il sistema pubblico – conclude nel comunicato stampa -, è invece necessario, da una parte, aumentare la spesa sanitaria portandola al 7,5% in rapporto al PIL (ed in questo senso è già stata approvata una proposta di legge alle Camere di cui sono primo firmatario); dall’altra parte, bisogna ripensare dalla fondamenta il modello organizzativo imposto dalla Giunta Acquaroli che, appena applicato, si sta già dimostrando fallimentare. In particolare, l’assenza di una camera di compensazione regionale sta facendo esplodere gli squilibri territoriali; bisognerebbe al contrario restituire armonia a un sistema che appare ora non solo sottofinanziato, ma anche disarticolato e disorganizzato».

Chantal Bomprezzi

Sulla questione interviene anche il Partito Democratico delle Marche che in un comunicato stampa «esprime profonda preoccupazione di fronte ai recenti tagli alla sanità operati dalla Giunta Regionale guidata da Francesco Acquaroli». «Così si mina il funzionamento delle aziende sanitarie territoriali e ospedaliere» sottolinea preoccupata la segretaria del Pd Marche Chantal Bomprezzi. «Abbiamo ripetutamente denunciato la fragilità del Piano socio-sanitario, una mera raccolta di promesse prive di una reale pianificazione – ribadisce l’esponente dem. Oggi, i nodi che abbiamo temuto stanno arrivando al pettine; le risorse, dichiarate inadeguate non solo da noi ma anche dallo stesso sottosegretario Salvi, vengono ulteriormente minate da azioni che denotano chiare scelte politiche».

Bomprezzi nella nota stampa spiega che «ben 148 milioni di euro in meno rappresentano un colpo pesante per una sanità marchigiana già fortemente in difficoltà. La decisione della giunta Acquaroli, presa senza considerare il bilancio di previsione del 2023, è un duro colpo alle singole aziende, sanitarie e ospedaliere. I fondi sono congelati nel fondo GSA (Gestione Sanitaria Accentrata), senza chiare motivazioni sulla loro prossima destinazione».

«La lista dei tagli – si legge nel comunicato – è lunga e dolorosa: Torrette perde il 13% dei fondi, l’Inrca subisce un taglio di 2,8 milioni, e le cinque Ast vedono riduzioni a due cifre. Se questo provvedimento dovesse essere confermato, si profilerebbe una crisi senza precedenti per la sanità pubblica delle Marche».
«La nostra preoccupazione va oltre i numeri – prosegue la segretaria PD – i direttori delle aziende sono costretti a fare i conti con drastici tagli che impatteranno direttamente sui servizi offerti. Le liste d’attesa si allungheranno, i posti letto diminuiranno e i cittadini saranno costretti a cercare cure al di fuori della regione».

Il PD Marche chiede un ripensamento immediato da parte della Regione. «La salute dei cittadini non può essere messa a repentaglio a causa di decisioni politiche che trascurano il benessere della collettività. La gestione oculata delle risorse è essenziale per garantire un servizio sanitario efficiente e accessibile a tutti. Chiediamo alla Giunta regionale – si legge nel comunicato – di ritornare sui suoi passi e di considerare le gravi conseguenze che questi tagli comportano per la salute e il benessere dei cittadini marchigiani».

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