ANCONA – L’Azienda sanitaria unica regionale (Asur) sarà rimpiazzata con aziende provinciali. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini. «La revisione della legge 13 prevede che dobbiamo sostituire l’Azienda regionale unica, Asur, che ha dimostrato tutte le sue insufficienze – ha detto – , con delle aziende provinciali». Aziende che, ha precisato «non potranno essere autonome».
Parlando delle liste di attesa e del piano della Regione, che ha stanziato 13milioni di euro per il recupero delle prestazioni slittate a causa della pandemia, ha spiegato: «Ogni struttura sanitaria e azienda del territorio dovrà valutare l’organizzazione in base alle domande».
Saltamartini ha rimarcato «è stato individuato, su mia indicazione un dirigente per ogni Area Vasta che sarà chiamato a verificare giorno per giorno le domande di prestazione: quelle che non sono state soddisfatte dovranno essere prese in carico». Così facendo secondo l’assessore «viene cancellata l’assurda situazione per cui un cittadino doveva richiamare più volte per vedersi garantita la prestazione. Il cittadino che chiama e la sua prestazione non è soddisfatta, dovrà essere preso in carico e saranno le aziende a doverlo richiamare».
«Fino a ieri – ha aggiunto – il piano era programmatico, ho preteso che venisse predisposto un piano esecutivo con i dettagli». Secondo l’assessore se occorrono prestazioni aggiuntive, aumentare il personale in un certo reparto per garantire le liste d’attesa, dovrà essere fatto, e «nel piano esecutivo dovranno essere indicate le prestazioni che il servizio pubblico non riesce a garantire e che viene trasmesso alle aziende private accreditate».
«Verificheremo il processo sperimentale ma ritengo che sia assolutamente urgente – conclude – perché, come è stato segnalato per le visite cardiologiche pediatriche, credo che un Paese civile non possa ammettere che la visita per un bambino possa essere soddisfatta nei due anni successivi».
Parlando del Covid hospital di Civitanova Marche ha spiegato che la struttura «rimane una riserva strategica» e che «se, nei prossimi mesi non si avrà un incremento ulteriore della patologia, a quel punto tutti i macchinari e le strumentazioni saranno spostate all’interno degli ospedali che dovranno essere adibiti necessariamente alle malattie infettive».