ANCONA – La sanità al centro del dibattito nella seduta di ieri (martedì 20) del consiglio regionale, mentre davanti a Palazzo Leopardi andava in scena la protesta dei lavoratori dell’Area Vasta 5 che denunciavano risorse inferiori rispetto alle altre Aree Vaste e retribuzioni più basse per i lavoratori. Infermieri, Oss e tecnici hanno protestato fianco al fianco con i sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) lamentando di essere «figli di un Dio minore» come riportato da alcuni slogan e di percepire 1.000 euro in meno all’anno. Tra le questioni in ballo anche il tema del precariato con 180 dipendenti che rischiano di non essere rinnovati.
In aula a sollevare il tema della sanità è stata invece una mozione presentata dal gruppo consiliare del Pd nel luglio 2021. Il capogruppo dei dem Maurizio Mangialardi ha attaccato la maggioranza di centrodestra di avere affrontato la riforma del sistema sanitario regionale e di stare affrontando il piano sanitario «senza conoscere la domanda di salute» e «senza competenza rispetto ai vincoli del decreto Balduzzi», affermando che «i provvedimenti che si adotteranno sono legati a impegni elettorali, che non ci sono studi sui fabbisogni di salute del territorio, sull’efficacia dell’Asur. Non ci si è posti il problema dei tetti di spesa e del personale con l’apertura surrettizia di piccoli ospedali che rischiano di rimanere contenitori senza personale». Secondo il dem però «c’è ancora tempo per rimediare» e il gruppo del Pd è pronto «a dare un contributo».
Per il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Nicola Baiocchi, presidente della IV Commissione Sanità regionale «ci sarà modo e tempo per valutare» le «argomentazioni» dei dem, mentre per il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, «abbiamo vinto le elezioni con un programma che prevedeva una sanità marchigiana policentrica» e osservando che basterebbe «un punto e mezzo in più per la sanità nel bilancio».
Entrando nel merito delle proposte del Pd contenute nella mozione presentata nel 2021 ha spiegato che «è cambiato tutto e il precedente piano sanitario era più che altro un atto formale». Per Ciccioli «riduzione dei posti letto, tetti di spesa rigidi per il personale, insufficiente valutazione dei fabbisogni, erano questi i pilastri della sanità targata Sinistra e Pd a livello nazionale come a livello regionale. Noi già dicevamo che era sbagliato. Non ci hanno mai dato retta. Quindi l’arrivo della pandemia da Covid-19 che ha evidenziato, in modo inequivocabile, come si stesse andando in una direzione tutta sbagliata. La maggioranza dei marchigiani ci ha accordato fiducia rispetto alla nostra visione policentrica della sanità. E in questa direzione stiamo andando con atti, a partire dalla riforma degli Enti Sanitari e, a breve, con la stesura del nuovo Piano Socio Sanitario che si baserà su una piena integrazione fra gli ospedali, una rete capillare di presenza sul territorio, attraverso la quale si garantirà una sanità vicina ai marchigiani a prescindere dal luogo di residenza».
«In più – ha aggiunto -, si riuscirà a riequilibrare il rapporto con il privato, ora sbilanciato e, per certi versi, favorito, dalle giunte del Pd. Tanti, troppi i medici che hanno abbandonato la sanità pubblica in favore di strutture private perché frustrati nella loro professionalità, al di là della stessa retribuzione. Noi, invece, puntiamo su maggiore qualità ed efficienza anche in questo rapporto». La consigliera del Movimento 5 Stelle Marta Ruggeri ha chiesto chiarimenti a Baiocchi per la disponibilità mostrata rispetto ai suggerimenti del Pd ed ha spiegato che «se si tratta di tornare agli ospedali unici, il Movimento 5 Stelle è contrario». Un punto sul quale Baiocchi e Saltamartini hanno replicato che «sugli ospedali la nostra scelta è chiara, non si possono toccare i presidi di primo livello, il covid ha dimostrato che la prossimità è importante». «No ai falansteri comunisti degli ospedali unici» ha concluso l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.
La consigliera Marta Ruggeri, in aula ha portato un atto ispettivo sul futuro di circa 200 lavoratori assunti a tempo determinato da Marche Nord e Area Vasta 1 per l’emergenza covid. «L’assessore alla Sanità Saltamartini – ha osservato – si è limitato a confermare un’informazione già nota e cioè che il personale sanitario in questione è stato prorogato fino ad aprile, in attesa di conoscere la nuova ripartizione del fondo nazionale. Ho espresso soddisfazione solo parziale, perché i sindacati avevano chiesto un’estensione contrattuale di trentasei mesi e non di quattro. Scena muta, invece, sulle altre quattro domande – ha proseguito accusando la giunta di «fare catenaccio sulla spesa per il personale».
Ruggeri ha minacciato di ricorrere alla Prefettura di Ancona. «Devono essere rispettati il ruolo dei consiglieri e il lavoro istituzionale svolto in questa aula», ha spiegato.