Ancona-Osimo

Sanità Marche, sotto la lente Fials: «Poco personale e liste di attesa lunghe. Servono indicazioni chiare»

Il sindacato delle Autonomie Locali e Sanità accende i riflettori sulla situazione regionale, dove la carenza di medici e infermieri è accentuata da quarantene e sospensioni del personale non vaccinato

Immagine di repertorio

ANCONA – «Le liste d’attesa per le prestazioni sanitarie sono bloccate e se si vuole effettuare una prestazione occorre aspettare tempi che non sempre sono in linea con i tempi utili a curare le patologie, a meno che non si decida di andare privatamente o come prevede la legge, in strutture private accreditate». A lanciare l’allarme sullo stato del sistema sanitario è Elena Michele segretario regionale Fials, Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità.

Una situazione accentuata prima dalla pandemia ed oggi «dai vuoti organici venutisi a creare in seguito alla sospensione per mancata vaccinazione del personale sanitario e di supporto». Alla cronica carenza di personale, soprattutto infermieristico e medico si sono aggiunte poi anche «ferie estive» e «quarantene» tanto che a ieri – 15 settembre – erano ancora 72 i sanitari in isolamento domiciliare nelle Marche.

Insomma un sistema sanitario di nuovo «in sofferenza, situazione che ha visto vanificare l’esiguo ristoro delle ferie estive. Ferie che sono arrivate dopo mesi di blocco per affrontare il triste periodo pandemico che tutto il personale sanitario ha dovuto fronteggiare vista la situazione di carenze d’organico».

Una «situazione di stallo di difficile risoluzione» fa notare la segretaria regionale della Fials, se non con «l’ulteriore sacrificio da parte del personale costretto a sacrificare ferie, riposi per effettuare doppi turni a copertura di carenza di personale».

Il sindacato chiede «indicazioni» chiare, in particolare sul fatto se «a livello regionale le prestazioni soddisfano il fabbisogno dell’utenza, o come accade per effettuare una prestazione che dovrebbe essere a carico del sistema sanitario nazionale e più specificatamente regionale, diventi un costo non sempre sostenibile per chi affetto da patologie gravi, che non sempre sono in grado di affrontare economicamente tali costi ,aumentando così le diseguaglianze».

Insomma, secondo Fials la pandemia ha messo in luce le fragilità latenti del sistema sanitario» rilevando che la spesa sanitaria deve essere considerata come un investimento piuttosto che come un costo».