Ancona-Osimo

Sanitari non vaccinati, Saltamartini incalza: «Dobbiamo garantire cure ai pazienti che hanno aspettato»

Tante le priorità sul tavolo della Regione prima dell'autunno, così da garantire lezioni in presenza a scuola e la presa in carico dei malati cronici. Ne abbiamo parlato a tutto tondo con l'assessore regionale alla Sanità

Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità

ANCONA – Sono giornate decisive quelle di oggi e domani, per definire i nuovi parametri per il cambio colore delle regioni. Con il rialzo dei contagi legato alla variante Delta e la vaccinazione contro il covid che procede di buona lena, la cabina di regia dovrà rivedere i criteri del monitoraggio con il quale vengono attribuite le fasce di colore alle regioni.

Tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di far scattare il passaggio in zona gialla con un tasso di occupazione delle terapie intensive superiore al 5% e con una occupazione dei posti letto nei reparti ordinari oltre il 10%. Una richiesta, quella di rivedere i parametri, avanzata anche dalla Regione Marche. «La nostra posizione è quella di prevedere una limitazione alla circolazione allor quando c’è una condizione di particolare criticità nei ricoveri di terapia intensiva, che finora nella nostra regione non c’è» afferma l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.

L’assessore ribadisce la necessità di non abbassare la guardia, anche alla luce di «quanto sta succedendo in Israele, dove sembra che i vaccini non siano in grado di coprire interamente la variante Delta e sulla base di quello che succederà nel Regno Unito, il cui andamento epidemiologico anticipa generalmente di un mese o due quello che viene in Europa continentale, dobbiamo sempre tenere la guardia altissima».

Sollecitato sul rischio per le Marche di finire in zona gialla in piena estate, Saltamartini rassicura che «per il momento non abbiamo questo problema e penso che il senso di responsabilità dei cittadini marchigiani sia stato dimostrato molto elevato», tanto che «un milione di marchigiani saranno vaccinati. Poi se la variante Delta sarà in grado di infettare i 250mila-300mila marchigiani che non hanno ricevuto la prima dose del vaccino e saranno portatori o incubatori involontari di nuove varianti questo lo vedremo, ma occorre sempre di tener conto del buon senso».

Secondo l’assessore in questa fase è fondamentale che le Regioni cooperino con l’Istituto Superiore di Sanità che ha raccomandato l’analisi dei campioni positivi per rilevare la presenza di eventuali varianti del virus. Tra le priorità quella di garantire le lezioni in presenza agli alunni marchigiani di ogni ordine e grado, ma anche su questo fronte l’aspetto cruciale è quello della vaccinazione dei docenti. Saltamartini rimarca come «le prove Invalsi hanno dimostrato che i nostri ragazzi hanno perso un paio di anni scolastici, è un disastro – afferma – e dobbiamo assolutamente riuscire a partire con la vaccinazione del corpo docente, non obbligatoria, ma quanto meno sollecitata».

Secondo le ultime stime «a fronte di circa 26mila insegnanti, quelli che non hanno ricevuto la vaccinazione dovrebbero essere nell’ordine di qualche migliaio» spiega l’assessore alla Sanità, sottolineando che «occorre capire se è stata una scelta volontaria oppure determinata dal possesso di eventuali patologie che impedisce loro di vaccinarsi». Insomma «istruzione in presenza, sia a scuola che nelle università» è il mantra della Giunta che proprio ieri «ha deliberato un finanziamento ai comuni per l’installazione di purificatori d’aria all’interno delle scuole», una azione che si va ad aggiungere a quella di «sollecitazione nei confronti dei docenti non ancora vaccinati».

L’assessore annuncia la convocazione «nei prossimi giorni» di una conferenza con il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Marco Ugo Filisetti e l’assessore all’Istruzione Giorgia Latini per definire la strategia da mettere in campo: non potendo andare alla ricerca di chi non si è vaccinato, «perché sono dati protetti», l’unica cosa da fare è quella di «sollecitare ulteriormente i docenti» nell’attesa che la cabina di regia valuti un eventuale provvedimento di obbligatorietà alla vaccinazione per gli insegnanti e altre categorie professionali. 

Allo stato attuale ricorda «non si possono imporre trattamenti che vadano a ledere la dignità della persona umana: lavoriamo su un crinale molto delicato. Teniamo conto che quando questa norma fu scritta nella Costituzione tedesca e poi in quella Italiana» fu scritta «durante i processi di Norimberga, quando i nazisti furono processati per gli esperimenti di eugenetica di massa, è un confine sempre molto delicato». 

L’obiettivo della Regione è quello di intercettare chi non si è ancora vaccinato, prima dell’Autunno, in modo da scongiurare nuove chiusure, ondate di ricoveri e decessi. Non sarà però una «caccia a chi non si è vaccinato», tiene a precisare, «noi vorremmo semplicemente sollecitare le persone» e in tale cornice rientra l’iniziativa dei camper vaccinali che dal 28 luglio saranno operativi nelle Marche: «nelle fiere, nei mercati, negli eventi turistici o sportivi» in modo da raggiungere chi non si è vaccinato perché «non ne ha avuto l’opportunità o per altre ragioni». I camper, 5 quelli acquistati, di proprietà tra Protezione civile e servizio sanitario regionale, «inizieranno a girare soprattutto in quei comuni dove è bassa l’incidenza della vaccinazione delle persone che hanno più di 70 anni», la fascia che rischia maggiormente in caso di infezione. 

Per quanto concerne invece con l’azione in campo da parte dei medici di medicina generale nell’intercettare i no-vax l’assessore precisa che non ci può essere scambio di informazioni circa i nominativi dei non vaccinati, in virtù del diritto alla privacy: «I nomi delle persone non vaccinate non possono essere comunicati in via generale, ogni medico avrà la possibilità di sentire i propri assistiti, ma non di sapere chi sono le persone che non si sono vaccinate». Una questione, quella del diritto alla riservatezza che «si scontra» con quello «della società a vedersi protetta», e anche «con la direttiva del commissario Figliulo che invece ha sollecitato a chiamare queste persone» e che l’assessore alla Sanità ha spiegato di voler porre sul tavolo della «Conferenza delle Regioni perché ci sono delle norme imperative che non possono essere eluse».

Tra le priorità annunciante dall’assessore, quella di garantire una risposta al bisogno di presa in carico anche per le altre patologie, per i malati oncologici, cardiopatici e per gli altri malati che con gli ospedali «ingolfati dai malati covid» hanno visto un peggioramento delle condizioni di salute.

«Quest’anno dobbiamo assolutamente curare e prevenire le patologie oncologiche, cardiopatiche e neurologiche per cui si muore, oltre al covid». E proprio con questo tema si intreccia quello dell’obbligatorietà alla vaccinazione per i sanitari no-vax. Saltamartini invita «i sanitari a vaccinarsi: sarebbe difficile immaginare di perdere tante professionalità per tutte le cure che dobbiamo somministrare a tanti pazienti che hanno aspettato in questi 18 mesi» di pandemia, «perché il medico è un obiettore di vaccino. Prego tutti di valutare con la massima attenzione, dopodiché se con questo percorso di moral suasion non saremo in grado di raggiungere gli obiettivi necessari a garantire che soprattutto medici e infermieri siano vaccinati, a quel punto scatteranno le norme imperative che impongono la sospensione dal lavoro e addirittura dall’ordine professionale in cui sono iscritti».

Sono circa 3mila i sanitari non vaccinati nelle Marche, «un numero molto basso» evidenzia, sottolineando che dopo l’invio delle raccomandate ai sanitari no-vax «occorrerà attendere il procedimento in corso».