Ancona-Osimo

Sblocca cantieri e ricostruzione, è polemica tra Ceriscioli e il Governo

Il presidente regionale battezza il decreto legge come uno «Sblocca nulla». Il presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato, Mauro Coltori, replica: «emergenza gestita come se fosse stato un evento ordinario»

Le macerie a Pescara del Tronto

ANCONA – Il decreto Sblocca cantieri? «Lo possiamo ribattezzare “sblocca nulla”». A dirlo è il presidente regionale Luca Ceriscioli che in un video affidato a Facebook ha definito con queste parole lo sblocca cantieri varato dal Governo per la ricostruzione delle aree terremotate.

Tra le novità dello Sblocca cantieri l’affidamento del subappalto che non potrà superare il 40% dell’importo complessivo del contratto di lavoro. Congelato fino al 20 dicembre 2020 l’obbligo per i Comuni non capoluogo di fare gare attraverso le stazioni appaltanti, e sospeso per due anni il divieto di ricorrere all’affidamento congiunto per la progettazione e l’esecuzione dei lavori. Per quanto riguarda l’affidamento dei lavori per gli importi tra i 150 mila e i 350 mila euro è prevista la procedura negoziata con la consultazione di almeno 10 operatori (15 fino a un milione di euro).

Dopo la fiducia posta dal Governo sul decreto legge si va verso l’ok definitivo, ma intanto è già scoppiata la polemica tra Regione Marche e Governo.

«Il Governo non ha sostanzialmente messo nulla di significativo che potesse accelerare le procedure di ricostruzione pubblica, privata o nel tema del personale per rafforzare le strutture che presidiano il dopo sisma», lamenta Ceriscioli.

Luca Ceriscioli presidente regionale

«È un fatto molto grave – sottolinea il presidente regionale -, abbiamo chiesto ripetutamente di semplificare le procedure altrimenti avremmo lasciato la ricostruzione ai tempi di oggi».

Una richiesta, quella della Giunta regionale, inoltrata spiega Ceriscioli, «insieme alle altre regioni, insieme ad Anci e insieme a tutte le regioni italiane. Speravo che questa volta fosse quella buona, invece la risposta è stata negativa. Un duro colpo che vedrà da qui a pochi mesi non solo non recuperare le 130 persone che mancano negli uffici ricostruzione, ma addirittura altri 41 dover andare via perché non è stata posta la giusta attenzione. Continuano le procedure ordinarie di tutta la ricostruzione pubblica – conclude il presidente della Regione Marche – e tutta la burocrazia che c’è in quella ordinaria».

Mauro Coltorti, presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato

A rispondere a Ceriscioli è il senatore jesino Mauro Coltoripresidente della commissione Lavori Pubblici del Senato. «Ceriscioli cerca di rifarsi una verginità addossando ad altri le colpe di una emergenza gestita come se fosse stato un evento ordinario, cosa mai vista per una serie di eventi sismici di così disastrose proporzioni, e di una ricostruzione mai avviata in due anni e mezzo di melina di governi “griffati” Pd. Le persone che vivono direttamente questa tragedia però – osserva Coltori – vogliono solo che vengano risolti problemi, e si rendono facilmente conto di chi si arrampica sugli specchi e chi no».

«Ceriscioli è stato il SubCommissario alla ricostruzione per la Regione Marche e per ben due anni ha avuto la possibilità di fare tutti gli interventi che voleva per semplificare le procedure e per acquisire personale – attacca il presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato -. Nello Sblocca Cantieri c’è la proroga sino a dicembre 2019 per il personale assunto negli uffici per la ricostruzione, quindi il governatore fa un furbesco gioco delle tre carte quando dice che 41 persone dovranno andar via.  Abbiamo infatti dato al Commissario la possibilità di impiegare sino a 200 ulteriori unità di personale da assegnare agli uffici della ricostruzione. I comuni potranno inoltre costituirsi come stazioni appaltanti per i danni lievi, quelli che avrebbero dovuto essere affrontati immediatamente, invece di ricorrere a casette di legno marcescenti ed iper-costose o a puntellamenti milionari che dovranno essere demoliti per procedere alla ricostruzione. Forse sarebbe il caso che Ceriscioli leggesse lo Sblocca Cantieri prima di pronunciarsi. Inoltre – conclude Coltorti -, se avesse voluto veramente accelerare le pratiche della ricostruzione avrebbe potuto investire alcuni dei milioni sperperati dalla Regione, come per esempio quelli destinati agli stipendi delle decine di manager dell’Aerdorica. Realtà per i quali sono stati bruciati complessivamente oltre 40 milioni di euro, risorse che potevano essere benissimo investite sulla ricostruzione».