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Ancona, scalinata del Passetto: a metà giugno riapre la parte destra

E sempre a giugno parte il cantiere per i lavori sul lato sinistro della scalinata del Passetto

La scalinata del Passetto (Foto: Comune di Ancona)

ANCONA – Dopo la conclusione dei lavori di pulizia, consolidamento e protezione, sarà riaperta entro metà giugno la parte destra della scalinata a mare del Passetto. Questo una volta rimosse le recinzioni di cantiere ed installata l’illuminazione di sicurezza del percorso. Prenderanno avvio entro il mese di giugno anche le opere di cantierizzazione per eseguire contestualmente i lavori sul lato sinistro.

La giunta riunita questa mattina, 30 maggio, a Palazzo del Popolo ha infatti approvato lo schema di convenzione con il Ministero dei Trasporti per il finanziamento della seconda tranche dell’intervento di riqualificazione e illuminazione, per l’importo di 804mila euro (su un totale complessivo stanziato per l’intervento del secondo lotto pari a 1,3 milioni di euro) e quindi la prosecuzione dei lavori nel versante di sinistra sono legate alla conclusione di questo iter.

La riqualificazione della scalinata monumentale del Passetto rientra tra gli obiettivi strategici dell’Amministrazione comunale, che rispetta il cronoprogramma stabilito a inizio anno, che prevedeva la riconsegna ai cittadini della scalinata di destra a scendere per l’inizio dell’estate 2024.

Si proseguirà dunque, a partire da metà giugno, con le successive lavorazioni, mantenendo sempre l’alternanza tra spazi liberi e spazi di cantiere, necessari a consentire sempre la discesa al mare.   

Passetto, le ragioni dell’intervento

La scalinata, mai manutentata a partire dagli anni ’30 del ‘900, rappresenta un unicum nel suo genere. I lavori si sono resi necessari per porre rimedio ai fenomeni di degrado progressivo e per mettere in atto interventi di rinforzo e di sostituzione di componenti degradati.

L’analisi dei dati raccolti preliminarmente attraverso una serie di tecniche scientifiche ha mostrato che non sono presenti significative problematiche di natura statica, in quanto le strutture murarie risultano solide e ben costruite. Le manifestazioni di degrado più rilevanti riguardano il deterioramento dei materiali lapidei che, costantemente esposti all’azione di agenti atmosferici anche di notevole intensità, hanno perso in molti casi la loro consistenza, presentandosi erosi, al punto tale da determinare a volte delle vere e proprie lacune all’interno del tessuto murario.

«Per dimensioni e destinazione d’uso – si legge nella relazione generale del progetto esecutivo – la scalinata a mare, più che un monumento, si configura come una vera opera monumentale, un imponente lavoro di ingegneria, insieme celebrativo e funzionale, che porta la firma dello stesso architetto Guido Cirilli, progettista del vicino Monumento ai Caduti, che segna il punto di partenza della discesa a mare per chi viene dalla città. Di fronte a un tema così peculiare, il progetto di riqualificazione non poteva che partire da una approfondita conoscenza del sito, dell’opera in sé stessa e dei suoi rapporti con il contesto».

I criteri progettuali

L’intervento si basa sui criteri del restauro conservativo e filologico ed è interamente realizzato con mezzi manuali. Ciò influisce ovviamente anche sulla durata dei tempi di realizzazione, sulle modalità di lavoro e sulla scelta dei materiali. Il restauro tiene conto del criterio dell’intervento “minimo” necessario e prevede l’utilizzo di tecniche esecutive di tipo tradizionale e di materiali compatibili con quelli esistenti, largamente utilizzati e sperimentati nel restauro architettonico e storico–artistico.

Il progetto è basato su una fase preliminare di rilievo dimensionale e fotografico, per il quale ci si è avvalsi della collaborazione di personale esperto nell’utilizzo di moderne tecnologie, come il drone e il laser scanner, che hanno consentito di ottenere una mappatura il più possibile completa delle caratteristiche dimensionali e fotogrammetriche.

Per quanto riguarda la scelta dei materiali lapidei e dei leganti utilizzati per la costruzione della scalinata, alcuni dei quali presentavano fenomeni di erosione e di degrado evidente, è stato condotto, insieme con la Soprintendenza, uno studio per conoscere le caratteristiche fisico-chimiche dei materiali presenti e per individuare, di conseguenza, i materiali da utilizzare per eventuali integrazioni. Dalle analisi è emerso che i campioni analizzati sono identificabili come rocce carbonatiche, molto compatibili con la pietra bianca proveniente dalla cava delle Cesane in provincia di Pesaro-Urbino.

Descrizione degli interventi

Gli interventi da realizzare sono stati suddivisi in tre gruppi, corrispondenti alle tre fasi di un intervento conservativo: la pulitura, che comprende la rimozione della vegetazione superiore, delle patine, dei graffiti e di tutti quegli elementi che non fanno parte dell’architettura originaria; il consolidamento, che prevede ad esempio l’integrazione di parti mancanti e gli interventi sui giunti; la protezione, finalizzata al mantenimento dello stato di pulizia raggiunto e ad allontanare nel tempo la formazione di nuovi fenomeni di degrado.

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