ANCONA – «Merluzzi sotto i 4 euro al chilo e prezzo delle sogliole crollato da 12 agli attuali 8 euro al chilo, con questi prezzi non ci conviene più andare in mare». Il mondo della pesca è di nuovo in difficoltà. A lamentare la discesa in picchiata del prezzo all’ingrosso del pescato è Apollinare Lazzari, della cooperativa produttori pesca di Ancona.
Dopo che l’anno scorso il prezzo del gasolio era salito alle stelle, mettendo alle strette gli armatori, adesso a minacciare il settore sono le conseguenze dei recenti fenomeni alluvionali che, rendendo l’acqua del mare marroncina, scoraggia alcuni dal consumare il pesce e di conseguenza le quotazioni al mercato ittico calano in verticale.
«Tante persone – dice l’armatore – stanno evitando di mangiare il pesce perché, vedendo il mare di colore diverso, pensano che sia sporco e hanno paura che consumando pesce o frutti di mare possa stare male, ma non è così: l’Arpam ha svolto le analisi che hanno confermato la possibilità di andare a pesca, per cui è sicuro il consumo del pesce, delle cozze e delle vongole, non lo diciamo noi, ma gli esami eseguiti».
Lazzari spiega che «il mare ha un colore diverso solamente a riva, mentre al largo, dove noi andiamo a pesca, è tutto come sempre». I pescherecci si spingono a 40 miglia dalla costa «molto lontano dalla riva» puntualizza «vogliamo rassicurare i consumatori sul fatto che non si corre alcun rischio nel mangiare pesce e frutti di mare».
Gli armatori sono preoccupati: «Noi e le nostre famiglie viviamo di pesca – dice -, ma dopo l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna e in parte anche le Marche, vedendo il mare di colore diverso, a causa del fango, ora con questi prezzi all’ingrosso siamo in difficoltà, oltretutto nel mese di luglio i prezzi subiscono tradizionalmente un calo, ma in genere partendo da prezzi più alti, mentre adesso c’è quasi un dimezzamento dei prezzi su alcune tipologie di pesce».
L’appello alla popolazione è quello a «mangiare con serenità il pesce, senza avere paura, come confermato anche dalle analisi eseguite. Non bisogna avere paura». A rassicurare è anche lo chef Simone Baleani dell’Unione regionale Cuochi, il quale spiega che dalla riapertura della pesca del mosciolo selvatico di Portonovo, il 26 maggio, dopo le analisi eseguite sulle acque e sul mollusco «si può mangiare con tutta serenità. Il mosciolo selvatico di Portonovo è un prodotto sicuro, sano, tracciato, e quest’anno il mollusco è particolarmente bello, carnoso, di eccellenza».
«Avendo un menu ampio – dice Giorgio Tucci del ristorante della Rosa di Sirolo – non abbiamo visto cali sulle ordinazioni, ma qualche domanda i clienti ce l’hanno fatta, è comprensibile e normale, visto che l’acqua non è stata il massimo, ma sta rientrando tutto nella normalità. Adesso siamo tornati a lavorare sereni. Il mare sta tornando bello».