Ancona-Osimo

Scontro in Siria, la protesta dell’Ombudsman Nobili: «Non andrò alla conferenza internazionale ad Instanbul»

Il garante per i diritti della persona avrebbe dovuto partecipare all'evento sul tema della tutela dei diritti e sulla buona amministrazione. Nobili: «Sarebbe ipocrita partecipare a iniziativa promossa da un Paese che viola gravemente i diritti umani»

Andrea Nobili
Andrea Nobili

ANCONA – Forte presa di posizione dell’Ombudsman delle Marche Andrea Nobili dopo i bombardamenti turchi in Siria avvenuti nella giornata di ieri (9 ottobre). Ad annunciare l’attacco aereo e terrestre era stato il presidente turco Erdogan. Intanto i raid vanno avanti.

Il garante Nobili era stato invitato a partecipare alla Conferenza internazionale sul tema della tutela dei diritti e sulla buona amministrazione, previsto a Instanbul per il 18 e il 19, quale presidente nazionale dei difensori civici, ma dichiara «non andrò più». La decisione per protestare nei confronti delle operazioni militari turche contro la popolazione curda. «Ho scritto una lettera all’Ombudsman turco per spiegare le ragioni della mia rinuncia. Risulterebbe quanto meno ipocrita la partecipazione a un’iniziativa sul tema della tutela dei diritti, promossa da un Paese che viola gravemente i diritti umani».

Sulla vicenda il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha esortato la Turchia a «desistere subito dall’iniziativa militare unilaterale che può nuocere alla stabilità regionale e compromettere la lotta a Daesh. Va scongiurato il rischio di altre sofferenze alla popolazione».

Anche i vertici nazionali di Arci, Anpi, Cgil e Legambiente si sono mossi inviando un appello alle istituzioni italiane ed europee, dal presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, al ministro Di Maio, ai presidenti delle Camere, Casellati e Fico, alla presidente della Commissione e del Parlamento europeo, Ursula Von Der Leyen e David Sassoli.

Associazioni e sindacato hanno espresso la loro preoccupazione per quanto sta accadendo al confine tra Turchia e Siria: «A seguito delle improvvide dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump – scrivono in una nota congiunta – il presidente della Turchia Erdoğan ha dato avvio all’avanzata dell’esercito nelle zone storicamente abitate dalle popolazioni curde. L’esercito curdo è stato negli ultimi anni alleato delle forze occidentali e protagonista nel respingimento dell’avanzata dell’Isis, per la cui causa ha pagato un ingente prezzo di sangue. La convivenza tra la popolazione turca e curda potrà essere praticabile solo se lo Stato Turco accetta di sedersi a un tavolo di trattative con i rappresentanti curdi, con pari dignità, per trovare un accordo sul riconoscimento e indipendenza dei loro territori. La comunità internazionale, l’Europa, l’Italia – rimarcano – hanno un debito di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini curdi che si sono battuti fino alla morte per fermare il comune nemico Daesh e salvaguardare la sicurezza dell’Europa e del nostro Paese».

Arci, Anpi, Cgil e Legambiente chiedono «la fine delle ostilità, il rispetto dei confini e il diritto internazionale», ma invocano anche i soccorsi e una discussione urgente della questione sia nel Parlamento europeo che in quello italiano, oltre che nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.