Ancona-Osimo

Scuola, rientrano i prof no-vax, Rossini (Anp): «Paradossale pagare due persone per fare lo stesso lavoro»

Dal 1° aprile gli insegnanti non vaccinati potranno tornare a scuola, senza però stare a contatto con gli studenti. Una patata bollente per i presidi che si organizzano per ricollocarli. Ecco come

ANCONA – Chiuso lo stato d’emergenza, dal 1° aprile si apre un nuovo capitolo nella convivenza con la pandemia. Il governo ha infatti organizzato e pubblicato in Gazzetta la roadmap che sancisce un ritorno graduale alla normalità, step by step (passo dopo passo).

Alcune delle principali novità di questa fase riguardano il mondo della scuola, dove è previsto, dal 1° aprile, il ritorno a scuola dei docenti non vaccinati, sospesi dal servizio senza stipendio, in seguito all’introduzione dell’obbligo vaccinale e di Super Green pass. Da venerdì per accedere ai luoghi di lavoro basterà il green pass base (quello che si ottiene anche con l’esito negativo di un test Covid, oltre che con la vaccinazione e la guarigione dal virus), anche per gli over 50 assoggettati all’obbligo vaccinale fino al 15 giugno. Dal 1° maggio l’obbligo di green pass verrà eliminato.

Gli insegnanti, dicevamo potranno rientrare al lavoro, ma non potranno ancora salire in cattedra né stare a contatto con gli alunni, come reintegrarli allora? Una matassa che saranno i presidi a dover sbrogliare. Ancora una volta infatti ricadrà sulle spalle dei dirigenti scolastici l’incombenza di dover riorganizzare le attività in modo tale da adibire i non vaccinati ad attività che non siano a contatto con la classe.

Riccardo Rossini, presidente dell’Anp Marche

«È paradossale che si debbano pagare due persone per fare lo stesso lavoro (il titolare della cattedra non vaccinato e il supplente che lo sostituisce, ndr) – dichiara Riccardo Rossini, presidente regionale Anp, l’associazione nazionale presidi -, c’è una distonia tra la fine dello stato d’emergenza e le necessità del mondo scolastico».

Come vi state organizzando? «Fortunatamente i numeri sono veramente esigui, si tratta in media di due-tre docenti al massimo per ogni scuola, per cui non ci dovrebbero essere grandi problemi. In linea generale pensiamo di impiegare gli insegnanti non vaccinati, e che dunque non possono rientrare in cattedra, per le attività di recupero della didattica a distanza, in biblioteca e per attività di supporto ai colleghi».

Un ventaglio di possibilità non troppo ampio visto che per definizione il compito dell’insegnante è quello di stare in classe con gli studenti e non in amministrazione o in biblioteca. Una norma che non coglie il favore dei presidi e neanche quello degli insegnanti che hanno scelto di vaccinarsi contro il Covid e che ora si vedono rientrare a scuola i colleghi sostenitori della tesi no-vax.

Come viene visto questo rientro dagli insegnanti vaccinati? «Siamo tutti un po’ basiti per la decisione di far rientrare gli insegnanti senza consentire loro, per ora, di poter tornare in classe. Ci sembra un controsenso. Se lo stato di emergenza è terminato, allora vuol dire che il sistema scolastico è in grado di assorbire anche il personale non vaccinato, dunque perché non farli tornare in cattedra?».

Quarantena e isolamento in classe

L’altra novità riguarda la gestione dei casi positivi in classe e l’isolamento. Dal 1° aprile restano in isolamento solo i positivi al virus, mentre per chi ha avuto un contatto stretto si attiva l’autosorveglianza con test al quinto giorno e mascherina Ffp2 per 10 giorni.

Nelle scuole primarie, secondarie di primo grado, secondarie di secondo grado e nel sistema di istruzione e formazione professionale, in presenza di almeno quattro casi di positività tra gli alunni, le attività proseguono in presenza: sia per i docenti che per gli alunni (sopra i sei anni di età) scatta però l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2 in classe per dieci giorni dall’ultimo contatto con il positivo. La quarantena scatta

Classe

Al quinto giorno dall’ultimo contatto, se ancora sintomatici o in caso di comparsa di sintomi, va eseguito un test antigenico rapido o molecolare, o un test antigenico autosomministrato per valutare l’eventuale positività al virus: in caso di esito negativo con test autosomministrato è sufficiente una autodichiarazione per frequentare le lezioni in presenza.

Gli alunni delle scuole primarie, secondarie di primo grado, secondarie di secondo grado e del sistema di istruzione e formazione professionale, che si trovano in isolamento per aver contratto l’infezione da covid, possono seguire l’attività scolastica in Dad (didattica digitale integrata: basta fornire a scuola la certificazione medica attestante le condizioni di salute dell’alunno. Per rientrare in classe al termine dell’isolamento, occorre avere l’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare.