ANCONA – Cresce il ricorso al porno e il tempo trascorso sul web, ci si scambiano meno baci ed effusioni, si riducono le occasioni di incontro. Sono alcuni dei risvolti della pandemia di covid-19 sulle abitudini sessuali delle persone.
Oltre a condizionare le relazioni sociali, la diffusione del virus e della paura ad esso collegata, fa sentire i suoi effetti anche nell’intimità. Lo ha evidenziato un recente sondaggio condotto dalla Federazione Italiana Sessuologia Scientifica su un campione costituito da un 40% di persone fidanzate, un 26% di single, un 22% di persone sposate e un 7% di conviventi, l’80% dei quali si è dichiarato eterosessuale e il 7% omosessuale. Il livello di istruzione del campione è alto e la metà è in possesso di laurea specialistica: il 16% degli intervistati si è dichiarato professionista sanitario.
Il primo elemento che emerge con forza dal sondaggio è la paura del contagio che ha portato alcune coppie ad un diradamento delle effusioni, soprattutto dei baci per colpa dello scambio di saliva.
«Il bacio può essere un deterrente all’interno delle coppie e non, che vivono con ansia e paura l’idea del contagio – dichiara la sessuologa Marianna Agostinelli -. Il virus ha abbassato in generale il desiderio sessuale e la voglia di intimità che viene minata dall’idea della sanificazione e protezione, che alle volte diventa talmente disfunzionale da creare veri e propri disturbi del comportamento sessuale con un aumento delle disfunzioni erettili, disturbi eiaculatori, disturbi dell’eccitazione e della fase orgasmica».
Meno forte invece l’impatto sui rapporti sessuali che sono proseguiti per l’88% degli intervistati, mentre per i sigle il lockdown ha coinciso con una pausa forzata dall’eros. Ad influire è infatti la condizione di partenza delle persone: se ai tratta di coppie nel lockdwn e nel post lockdown i rapporti non hanno subito grosse variazioni, mentre altri hanno ridotto le occasioni di incontro.
Il crescere della curva pandemica ha causato una flessione in quella delle fantasie erotiche, facendo impennare invece il ricorso al porno. Il 55% degli intervistati ha dichiarato di fantasticare solo raramente su persone appena conosciute, mentre ad un 24% accade spesso. Il 33% ha dichiarato di avere fantasie su avventure sessuali con estranei, mentre un 12% ha riferito di avere queste fantasie più volte a settimana.
Al crescere del porno, crescono in parallelo anche le sperimentazioni sessuali: l’11% degli intervistati ha provato una nuova posizione, il 7% “l’ebrezza” di una chiamata erotica, mentre il 18% ha messo in atto una delle sue fantasie sessuali che prima non aveva mai osato sperimentare. Infine il 18% ha cercato in rete informazioni sulla propria salute sessuale.
La pandemia e le nuove modalità relazionali è coincisa con una fase più “virtuale” con una crescita dei rapporti veicolati su chat, social e videochiamate. A spiegare il perché è la sessuologa che sottolinea come «anche chi non vive in coppia ed è single potrebbe avere in questo periodo un comportamento di chiusura verso le relazioni, potenziando il tempo passato sul web, nelle chat, dove attraverso lo schermo la paura del contagio diminuisce mantenendo attiva la parte psicologica relativa all’immagine fantastica legata ai desideri ed alla costruzione di una modalità di relazione sicura che nulla a che fare con il corporeo».
Una modalità che però non ha favorito il piacere femminile: se prima del Coronavirus la percentuale delle donne che faticavano a raggiungere l’orgasmo era del 17%, in seguito è salita al 22%.