ANCONA- Sarà diverso rispetto a quello del 2019. Ma sarà comunque partecipato, perchè il clima è il bene più prezioso da tutelare in questo momento. Si stanno svolgendo gli ultimi preparativi (e in tempi di Covid non potrebbe essere altrimenti per adempiere a tutte le precauzioni previste) per il Friday For Future 2020 che segue il Global Day of Climate Action. Venerdì alle 9.00 in Piazza Ugo Bassi ad Ancona è attesa un’importante mobilitazione, analogamente a tantissime altre città italiane, a salvaguardia di determinati e ben precisi aspetti.
In primis la transizione ecologica nella speranza che possa avvenire nel modo più socialmente equo e rapido possibile. Gli attivisti richiederanno all’Italia e all’Europa di rafforzare i loro obiettivi in materia di de-carbonizzazione ma, soprattutto, di aumentare il dialogo con il resto del mondo per il rispetto degli Accordi di Parigi sul rispetto climatico. Con resto del mondo si fa riferimento, ovviamente, agli Stati Uniti e alla Cina.
Jacopo Mengarelli, coordinatore di Fridays For Future Ancona (sigla in cui sono riunite anche LegAmbiente, Italia Nostra, Gulliver, Ambasciata dei diritti) insieme a Francesca Bompadre, ha spiegato la finalità e l’importanza dell’evento: «Anche questo sciopero servirà per fare pressione sui decisori politici. Bisogna infatti far rispettare l’Accordo di Parigi sul clima che chiede di ridurre le emissioni di gas serra in modo da avere, per fine secolo, un aumento di temperatura globale media massimo di 1.5°C. Purtroppo, secondo l’UNEP (programma ambientale delle Nazioni Unite), con le politiche climatiche attuali siamo diretti verso un aumento di 3.2°C. Questo avrebbe impatti molto seri sul benessere umano: aumento del livello del mare, migrazioni di massa (140 milioni di persone entro il 2050, secondo la Banca Mondiale), eventi meteorologici estremi in aumento (come già si sta vedendo), siccità, ondate di calore, ma anche possibili diffusioni epidemiche». L’auspicio, nonostante le restrizioni derivanti dal Coronavirus, è quello di una buona partecipazione:
«È il primo sciopero dopo il lockdown, quindi è necessario rispettare le misure anti-Covid-19. Certo, il contesto epidemiologico potrebbe anche scoraggiare la partecipazione. L’importante è che piano piano si ritorni in piazza, anche per dimostrare l’importanza delle nostre richieste. Noi non dobbiamo salvare il pianeta, dobbiamo salvare noi stessi. E per fare questo, per avere un futuro desiderabile, serve modificare il nostro modello di sviluppo».
Sarà presente, come di consueto, anche LegAmbiente rappresentata in questo caso da Emiliano Stazio: «Parteciperò perchè sono un cittadino attivo e ambientalista che ritiene che a livello di politiche per il cambiamento climatico siamo indietro anni luce. Se non superiamo le energie fossili e tutti i derivati ci ritroveremo in un mondo che non è più in grado di sostenerci. LegAmbiente porta avanti sia a livello locale che nazionale la battaglia dell’emergenza climatica, tenendo conto che il processo di desertificazione sta andando ad una velocità impressionante. Spero di vedere, compatibilmente con le regole, tanti ragazzi perchè è giusto che le varie generazioni combattano in questo senso. Le tematiche affrontate sono strettamente connesse a tante altre, tra cui il discorso della pandemia. Non è un caso che nelle città più inquinate ci sia stato un maggior numero di infetti».
Francesco Rubini, leader di Altra Idea di Città movimento da sempre attento a questi temi, ha invitato tutti i giovani all’informazione consapevole: «Siamo convinti che la lotta per la giustizia climatica e ambientale sia ormai una questione non più rimandabile. Il contesto sanitario non aiuta, è vero, ma sono convinto che l’affluenza non mancherà. I giovani devono essere consapevoli di quanto il futuro passi da una profonda transizione ecologica. Qui in gioco c’è il futuro dell’umanità, non c’è più tempo. Questo lo dicono i dati scientifici, se le cose non cambiano il pianeta rischia di non reggere più da un punto di vista ambientale».