ANCONA – Come preannunciato dall’assessore regionale alla Protezione civile, Stefano Aguzzi, la Regione Marche ha inviato al Dipartimento nazionale di Protezione civile la richiesta per la dichiarazione dello stato di emergenza per l’intero territorio regionale a causa della siccità. Le criticità maggiori si riscontrano nella provincia di Pesaro Urbino, dove era stato aperto il pozzo di Sant’Anna e quello di Burano per fronteggiare la carenza idrica, mentre per gli allevamenti dei Sibillini la Protezione civile regionale aveva messo a disposizione delle autobotti per abbeverare il bestiame.
L’assessore alla Protezione civile Stefano Aguzzi spiega che «la situazione sta perdurando e anche per i prossimi giorni non si prevedono piogge, ma nonostante le difficoltà stiamo garantendo l’approvvigionamento idrico in tutti i territori».
Una richiesta anche in previsione di un rapido peggioramento della situazione per la scarsità di precipitazioni. Nella documentazione, sia i Comuni che gli Ato hanno evidenziato le spese e gli interventi messi in campo per fronteggiare la crisi idrica. Si tratta di oltre 16 milioni: 700 mila euro di spese straordinarie da parte dei Comuni e di circa 5,5 milioni di euro da parte degli Ato, oltre a circa 10 milioni di euro, sempre da parte di questi ultimi, da destinarsi a interventi strutturali in prospettiva.
Criticità anche in provincia di Ascoli Piceno per l’approvvigionamento di acqua idropotabile, mentre in provincia di Macerata i disagi riguardano le aree montane, dove sono presenti allevamenti di bestiame. Minori criticità invece nelle province di Ancona e Fermo, ma in ogni caso la richiesta dello stato di emergenza presentata dalla Regione copre l’intero territorio, evidenziando gli interventi più urgenti da sostenere.