ANCONA – Manca da casa da martedì mattina 15 novembre Silvano Borra, l’80enne di Torrette di cui si sono perse le tracce. L’anziano era uscito di casa per recarsi a fare un trattamento di fisioterapia alle 11, appuntamento al quale si è presentato regolarmente, senza però fare più ritorno a casa.
Borra quando si è allontanato dalla sua abitazione indossava una giacca di camoscio (di colore marrone) e aveva preso la sua auto, una Peugeot nera, per recarsi al controllo, ma sia lui che la sua auto sembrano spariti nel nulla. Il cellulare Silvano Borra lo ha lasciato a casa, così come le chiavi dell’abitazione del fratello con cui vive.
L’uomo, che per camminare ha bisogno di una stampella ed assume farmaci, non è sposato e non ha figli. Secondo i familiari, che ne hanno denunciato la scomparsa (ai carabinieri), non aveva preoccupazioni tali da giustificare un allontanamento volontario. Inoltre, avendo problemi di deambulazione «non può avere fatto molta strada a piedi quindi deve essere nelle vicinanze dell’auto».
Negli ultimi tempi, però, racconta la nipote Marzia Borra, che ha lanciato un appello su Facebook, «lo vedevo giù a causa dell’anca. Anche in passato si era operato all’altra anca, ma subito dopo camminava bene, questa volta invece doveva avere pazienza e fare molta fisioterapia e lui non era contento di questo».
Della vicenda ieri sera si è occupata anche la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto” trasmessa su Rai 3, ma nessuna segnalazione è ancora arrivata. Intanto i familiari hanno provato a cercarlo al porto di Ancona, dove l’uomo ha lavorato per una vita (alla Fincantieri) e «nelle zone che frequentava con gli amici a Marina di Montemarciano e Senigallia», ma anche nei luoghi della sua infanzia «come Gallignano, Polverigi e d’intorni».
Di ora in ora cresce la preoccupazione, visto che dell’uomo non ci sono tracce. «L’unico pensiero che ho – spiega la nipote – è che si trovi in giro spaesato e impaurito. Temo che abbia incontrato qualcuno che possa avergli fatto del male». L’ipotesi della famiglia è quella di «un principio di Alzheimer» e che quindi l’uomo possa essersi «perso».