ANCONA – Uscirà domani, martedì 29 ottobre, il libro del sindaco di Ancona Valeria Mancinelli “I principi del buongoverno. La visione di un sindaco nel caos del mondo che cambia” (Edizioni Piemme-Gruppo Mondadori).
«Sono sorpresa pure io – dichiara Valeria Mancinelli – ma mi hanno chiesto di scrivere un libro dopo la vittoria del “World Mayor Prize 2018” e la rielezione a sindaco di Ancona avvenuta nel giugno 2018, in un momento in cui tutte le forze politiche della sinistra sembravano al tracollo. Non è un libro su di me, non volevo questo. Ho piuttosto provato a raccontare cosa significhi per me fare politica, impegnarsi davvero per migliorare la vita delle persone.
Ho tentato di declinare ciò che un sindaco deve fare per governare bene e che oggi appare eversivo a molti del mondo a cui appartengo: scegliere la propria squadra in totale autonomia, ascoltare la pancia e le paure delle persone, decidere, stare sul campo e agire».
«Pochi conoscevano Valeria Mancinelli prima del 2018 – si legge nella descrizione – e tanti si sono meravigliati quando la City Mayors Foundation l’ha insignita del titolo di miglior sindaco del mondo. Certo non i suoi concittadini di Ancona, che l’hanno vista risollevare dalla crisi il capoluogo marchigiano con determinazione e creatività. Un buon sindaco preferisce la soddisfazione del lavoro quotidiano alle luci dei riflettori, il coinvolgimento dei cittadini alle passerelle in televisione, lo sguardo di lungo termine al consenso immediato. Un buon sindaco non ha ricette segrete e non inscena trucchi da prestigiatore: sta con i piedi nella terra melmosa e fertile della realtà. E, in questa sorta di perenne emergenza, amministrare la realtà di una città italiana è uno dei compiti più difficili che si possano immaginare.
Viviamo in un paese che rende rivoluzionari, o eretici, proprio i principi più semplici: dire che servono persone competenti per fare bene le cose, per esempio; o che, prima o poi, bisogna assumersi la responsabilità di decidere. Il libro di Valeria Mancinelli, scritto con il suo assessore alla Cultura Paolo Marasca, non è solo il racconto dell’esaltante avventura amministrativa che ha fatto di Ancona un modello per tutti, ma anche un inno alla pratica della politica, contro le fissazioni e le ossessioni ideologiche di chi parla e critica ma non ha mai il coraggio di agire davvero. Perché in tempi di cambiamento continuo e impetuoso, occuparsi della cosa pubblica è come condurre una nave in tempesta, negli abissi che separano politica e realtà».