ANCONA – Si sono dati appuntamento stamattina, 14 settembre, ad Ancona in piazza del Plebiscito per un sit-in organizzato dalla Fp Cgil per sensibilizzare la prefettura e, di conseguenza, il Governo, sulla necessità di reinternalizzare i servizi di inclusione scolastica. Sono oltre duemila, nella regione Marche, i lavoratori addetti ai servizi di inclusione scolastica, figura che facilita la comunicazione degli studenti con disabilità, ne stimola lo sviluppo dell’autonomia e li supporta nelle attività.
Un servizio dato per lo più in appalto e gestito da enti del terzo settore, «caratterizzato da bassi stipendi e da discontinuità lavorativa» fa sapere Fp Cgil, che sostiene la necessità «di riconoscere il profilo del ruolo educativo e il reale stanziamento di risorse per la reinternalizzazione del servizio e degli addetti».
Per questa ragione in occasione del sit-in che coincide con la discussione parlamentare riguardante la proposta di reinternalizzazione, la Fp Cgil ha chiesto un incontro al Prefetto. «La situazione all’avvio della scuola non è certo delle migliori – spiega in piazza Alessandro Sabbatini, delegato Cgil del comparto di Ancona per il servizio di assistente alla comunicazione e all’autonomia per i disabili –. La precarietà è la solita, e noi siamo qui per accendere un faro su questa figura che nel tempo, pur essendo fondamentale, è stata bistrattata. Noi affianchiamo a scuola gli insegnanti di sostegno per l’inclusione e la comunicazione del disabile. Con Cgil siamo qui a sostenere il disegno di legge che tende a sanare una posizione che è un po’ scomoda all’interno della legge 104. Legge che prevede che all’interno del Ministero dell’istruzione venga inserita solo la figura dell’insegnante di sostegno, pur riconoscendo l’imprescindibilità di quella dell’assistente alla comunicazione. Però la demanda all’ente locale. Che la manda in appalto, i servizi vanno alle cooperative e la precarietà delle cooperative la conosciamo tutti. Una precarietà diventata insostenibile. Siamo l’unica figura di continuità all’interno della scuola, con una continuità educativa che alle famiglie serve per consolidare le competenze dei figli».
Di qui la necessità dell’incontro con il prefetto: «Vogliamo accendere un faro su questa figura – conclude Sabbatini – e cercheremo di farlo capire al prefetto e di farci portavoce della necessità di normare questa situazione grazie proprio a questo disegno di legge».