ANCONA – Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli perde gradimento secondo il sondaggio Noto effettuato per Il Sole 24ore. Acquaroli è risultato al 13esimo posto nella classifica nazionale dei governatori, con il 45% di consensi, un 4% in meno rispetto alla stessa rilevazione del 2021, e un 4,1% in meno rispetto al giorno delle elezioni regionali (2020).
A commentare il risultato del sondaggio è il capogruppo dei dem Maurizio Mangialardi: «Leggo con grande stupore e imbarazzo le giustificazioni avanzate da Acquaroli circa la sua verticale perdita di consensi rilevata dall’indagine sulla Governance poll del Sole 24 ore – dice il capogruppo del Pd -. Il presidente sostiene che ci vuole tempo per poter apprezzare i presunti benefici derivanti dalle riforme attuate dalla sua giunta. Ma di quali riforme parli non è dato sapere».
Secondo Mangialardi «fin dal suo insediamento questa giunta non ha prodotto un solo intervento strutturale degno di nota o almeno capace di caratterizzare il suo operato. Hanno approvato una miriade di leggi e leggine spot, spesso neppure finanziate in sede di bilancio, solo per soddisfare la fame di voti di assessori e consiglieri nei loro rispettivi territori. Si sono trasformati o creati ex novo enti e organizzazioni che non sono altro che inutili carrozzoni per piazzare qua e là i loro uomini, appesantendo in tal modo la macchina amministrativa e aumentandone i costi in maniera significativa. Nonostante il cambio di fase dettato dal Covid-19, nulla è stato fatto per adeguare il Piano socio sanitario alle nuove esigenze, tanto che le Marche risultano tra le peggiori regioni d’Italia nella gestione della pandemia».
Per il dem «l’unica cosa che sono riusciti a realizzare concretamente sul piano sanitario è stata la cancellazione degli ospedali di primo livello programmati dalla precedente Amministrazione. E’ forse questa la grande riforma da cui Acquaroli si attende una crescita del proprio consenso? Evidentemente sì, visto che tutte le promesse fatte in campagna elettorale sono state puntualmente tradite e archiviate: dalla riapertura dei piccoli ospedali all’assunzione di migliaia di medici e infermieri. Capisco la sua difficoltà, ma forse sarebbe stato meglio che il presidente Acquaroli avesse dato dimostrazione di maggiore lucidità ammettendo il fallimento di questi primi due anni di governo che sta costando carissimo alle marchigiane e ai marchigiani». Mangialardi incalza ancora affermando che «sarebbe stato sicuramente più onesto dal punto di vista intellettuale e forse anche più utile per cambiare quella rotta di governo che sta portando la regione sempre più alla deriva».