ANCONA – Spese facili, arrivano le prime tre condanne per peculato e riguardano gli ex consiglieri regionali Enzo Marangoni, Ottavio Brini e Franco Capponi. È la sentenza arrivata oggi dal collegio penale presieduto da Giovanni Spinosa e che ha condannato tutti e tre gli imputati, originari del Maceratese, a due anni e due mesi. Gli unici per ora a pagare sulla vicenda delle spese pazze, la maxi inchiesta che ha coinvolto la Regione, esplosa a febbraio 2015 e che aveva portato a 66 indagati (61 consiglieri e 5 addetti ai gruppi in carica nelle legislature tra il 2008 e il 2012). Marangoni, Brini e Capponi sono stati condannati anche all’interdizione dai pubblici uffici oltre alla confisca delle somme indebitamente spese e utilizzate per fare regali natalizi e donazioni ad associazioni benefiche non inerenti, secondo l’accusa, all’attività del consiglio regionale. Somme per un totale di poco più di 10mila euro.
Il pm Ruggiero Dicuonzo aveva chiesto una condanna di tre anni e sei mesi per Marangoni, tre anni e cinque mesi per Capponi e tre anni per Brini. Una sentenza che ha colpito i tre condannati (Brini è stato assolto per un capo d’accusa relativo ad acquisti fatti in una galleria di Porto Recanati) soprattutto dopo l’assoluzione che lo stesso collegio penale aveva invece sentenziato un anno fa, a carico di altri tre consiglieri, Cesare Procaccini, Francesco Massi Gentiloni Silveri e Massimo Di Furia. I sei erano stati tutti rinviati a giudizio nel 2016 solo che per i tre assolti il processo si è concluso prima, un anno fa, mentre per gli altri tre si è arrivati fino ad oggi perché per loro era slittato tutto per la sospensione dei termini, stabilita per i residenti delle zone colpite dal sisma. Dopo la lettura della condanna gli imputati, Bruni difeso dall’avvocato Elisa De Feis, Capponi dall’avvocato Davide Toccaceli e Marangoni dall’avvocato Fernando Piazzolla, hanno lasciato in fretta l’aula senza proferire parola. Gli avvocati contavano in una assoluzione. Scontato il ricorso in appello. Tra il processo dei tre assolti e quello dei tre condannati di oggi, è arrivata nel frattempo la Cassazione che, nel gennaio scorso, ha annullato la sentenza di proscioglimento dall’accusa di peculato per 56 consiglieri regionali, rinviando gli atti al gup che dovrà decidere su un eventuale nuovo rinvio a giudizio. Per i cinque assolti in abbreviato invece, l’ex governatore Gian Mario Spacca, il segretario allora del Pd Francesco Comi, l’ex vice presidente del consiglio regionale Giacomo Bugaro, Massimo Binci e Roberto Oscar Ricci, pende l’appello fissato per il 10 settembre.