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Ancona, dal Tribunale lo stop al digiuno del ramadan per un 13enne. L’avvocato Nobili: «Prima volta in Italia»

La decisione accende i riflettori su una questione delicata che si muove tra libertà personale e credo. La madre del ragazzino ha ricevuto la possibilità di interrompere il digiuno del figlio a salvaguardia della salute e del rendimento scolastico

Tribunale Ancona
Tribunale di Ancona

ANCONA – A rischio benessere psicofisico e rendimento scolastico anche in vista dell’esame di terza media. Sono sostanzialmente queste le motivazioni alla base del provvedimento con cui il Tribunale di Ancona ha accolto in via d’urgenza il ricorso presentato dagli avvocati Andrea Nobili, ex garante per i diritti, e Bernardo Becci, per conto della madre di un 13enne di Ancona di religione islamica la quale riteneva pregiudizievole per il figlio il proseguimento del digiuno legato al ramadan.

Una decisione giunta qualche giorno fa, di portata significativa ed unica in Italia, che assegna alla donna, non musulmana, la facoltà di decidere in via esclusiva su questo punto. I genitori del 13enne, separati e con affido condiviso, non erano d’accordo sulla pratica del digiuno del ramadan che quest’anno abbraccia il periodo dal 2 aprile al 2 maggio, un arco temporale che la mamma dell’adolescente deve aver ritenuto troppo prolungato, considerati gli impegni tipici dei ragazzi di questa età, fra cui la scuola e la pratica sportiva.

Andrea Nobili
L’avvocato Andrea Nobili

Il passaggio successivo dell’iter legale prevede l’audizione del 13enne, per la conferma o la revoca del provvedimento, ma intanto «si tratta di una pronuncia molto importante – spiega l’avvocato Andrea Nobili – è la prima volta che una Autorità giudiziaria tocca un tema così delicato che richiama la necessità di trovare un punto di equilibrio fra principi costituzionalmente rilevanti e quello della libertà dell’educazione dei figli secondo una determinata religione, ma anche la necessità di tutelare il benessere psicofisico dei minori».

Una vicenda nella quale il confine fra la libertà di scelta di un adolescente e il condizionamento culturale e religioso può essere molto sfumato. Secondo Nobili «il provvedimento del Tribunale di Ancona è importante ed equilibrato e assegna alla madre la possibilità di decidere in via esclusiva se il figlio possa continuare o meno a praticare il digiuno del ramadan, questo perché la posizione espressa dalla madre sembra quella di maggior tutela relativamente alla salute del figlio».

L’avvocato fa notare che occorre considerare che «si tratta di un ragazzino nell’età dello sviluppo, che trovandosi sottoposto a questo particolare digiuno alimentare potrebbe averne delle ricadute negative. Peraltro nello stesso mondo islamico si segnala la possibilità di interrompere il digiuno per bambini e adolescenti qualora questo possa avere delle ripercussioni negative».