ANCONA – Per un giorno hanno vestito i ‘panni’ di immigrati, vittime di violenza o senza fissa dimora, hanno pranzato alla Mensa Diocesana e hanno girato la città in cerca di aiuto, muniti solo di uno zainetto con lo stretto necessario per vivere, due euro in tasca e un biglietto dell’autobus. È l’esperienza vissuta ieri, 2 marzo da un gruppo di 17 studenti del Comitato Xenia del Liceo Scientifico Galileo Galilei di Ancona. “Noi, poveri per un giorno. Con due euro in tasca vestiamo i panni di poveri, immigrati e clochard” il titolo del role play che per un giorno ha portato studentesse e studenti a vivere una dimensione lontana da quella usuale.
Ognuno ha interpretato una storia, scritta sulla base di accadimenti veri e ha cercato di incarnarla per un giorno. A seconda del profilo assegnato, i ragazzi hanno affrontato e risolvere le difficoltà che i losers, i perdenti della nostra società, si trovano solitamente a vivere. Al progetto hanno collaborato i volontari della Caritas e della Tenda di Abramo, che hanno donato tempo e garantito l’apertura dei servizi a cui si sono rivolti i ragazzi. Cinque professori hanno monitorato l’attività minuto per minuto seguendo gli studenti con dispositivi di geolocalizzazione.



Una delle referenti dell’attività, la professoressa Silvia Pascucci, evidenzia come «è stata un’esperienza importantissima per vestire i panni anche emotivi di chi vive ai margini e provare, seppur in modo simulato, un po’ di quel disorientamento che per molti è la quotidianità». E ancora: «In questo modo, riusciamo a fare loro incarnare delle situazioni che i ragazzi, a livello narrativo, percepiscono e sentono dentro di loro. Un conto è la parola, che ti
tocca e poi magari scivola via. Un conto è invece investire del tempo in uno spazio e in un contesto di decentramento cognitivo. C’è stato il massimo coinvolgimento emotivo».
Soddisfatta la Dirigente Scolastica, professoressa Alessandra Rucci: «È la prima volta che il Liceo Scientifico Galileo Galilei organizza un evento di questo tipo. I ragazzi hanno dato la loro disponibilità persino di domenica, a riprova del loro grande senso di responsabilità. In un momento difficile come quello attuale, fatto di conflitti e di guerre, e in un periodo in cui si fa un gran parlare di Educazione alla Cittadinanza, noi mettiamo in pratica delle opportune riflessioni sul senso della vita e sulla necessità di fare rete. I ragazzi ne sono usciti molto toccati, alcuni davvero emozionalmente provati».
L’itinerario
L’appuntamento è stato alle 8.30 in piazza Cavour, ad Ancona. Si è proseguito poi con via Podesti, via Marconi e strade limitrofe, per arrivare alla sede della Mensa Diocesana, alla Stazione. Qui, alle 15, terminata questa incredibile esperienza, un tè caldo per tutti e un momento di confronto e di riflessione ha aspettato i ragazzi come una vera casa di accoglienza. Gli studenti sono stati controllati a distanza dai professori Silvia Pascucci (Italiano e Latino), Gladia Messersì (Italiano e Latino), Daniela Castorani (Storia dell’Arte), Elvira Mastrovincenzo (Italiano e Latino) e Davide Giacometti (docente di Sostegno).