Ancona-Osimo

Suicidio assistito, a Mario il macchinario e il farmaco grazie ad una raccolta fondi: «Lo Stato non si è fatto carico dei costi»

L'Associazione Luca Coscioni fa sapere di aver consegnato a Mario l’apparecchiatura: sarà la prima persona in Italia a poter usufruire del suicidio assistito

Immagine di repertorio

ANCONA – «Grazie a tutti per avere coperto le spese del “mio” aggeggio, che poi lascerò a disposizione dell’Associazione Luca Coscioni per chi ne avrà bisogno dopo di me». È il commento di Mario, il tetraplegico marchigiano, prima persona in Italia «che può legalmente scegliere il suicidio medicalmente assistito». Lo fa sapere l’Associazione Luca Coscioni, nel rendere noto di essere entrata in possesso e di aver consegnato a Mario l’apparecchiatura e il farmaco ordinati dall’uomo per accedere al suicidio medicalmente assistito.

Proprio nei giorni scorsi l’associazione aveva promosso una raccolta fondi per aiutare il 44enne nel reperimento della strumentazione, del costo di circa 5mila euro, somma raccolta in poche ore grazie alla generosità di tanti italiani.

«Continuate a sostenere questa lotta per essere liberi di scegliere» ha aggiunto Mario. L’Associazione Coscioni sulla necessità di ricorrere ad una raccolta fondi per l’acquisto della strumentazione necessaria al suicidio assistito, afferma: «In assenza di una legge, lo Stato italiano non si è fatto carico dei costi dell’assistenza al suicidio assistito e dell’erogazione del farmaco, nonostante la tecnica sia consentita dalla Corte Costituzionale con la sentenza Cappato/Dj Fabo».

Mario, come Antonio e Fabio, aveva chiesto di accedere al suicidio medicalmente assistito per porre fine alla sua condizione di persona relegata ad un letto. Fabio Ridolfi aveva finito per optare per la sedazione profonda che in poche ore ha posto fine alle sue sofferenze. Ieri le esequie nella sua città a Fermignano.