ANCONA – Partito Democratico in polemica con il centrodestra per i ritardi sulla proposta di legge riguardante il recepimento del taglio dell’Irpef. «Promettono continuamente, ma al momento del fare sono sempre in ritardo», si legge in una nota stampa.
«Come avvenuto a dicembre in occasione dell’iter per l’approvazione del bilancio di previsione – afferma il capogruppo Maurizio Mangialardi -, i ritardi del centrodestra marchigiano rischiano di arrecare seri danni alle Marche. Questa volta a finire nel “dimenticatoio” della maggioranza è stata la proposta di legge riguardante il recepimento del taglio dell’Irpef deliberato a dicembre dal governo Draghi. La proposta potrà essere iscritta all’ordine del giorno del consiglio regionale solo con un intervento ad hoc del presidente del consiglio, dopo che il maldestro tentativo di ricorrere alla procedura d’urgenza è stato respinto questa mattina dalla Conferenza dei presidenti di gruppo».
Il dem fa notare che «nonostante le nuove disposizioni del governo Draghi per la rimodulazione delle addizionali regionali all’Irpef fossero state approvate fin dallo scorso dicembre, e dunque pronte a essere assunte dalle Regioni, la giunta Acquaroli e il centrodestra marchigiano hanno pensato bene di attendere fino all’ultimo momento. Il risultato è che l’iscrizione d’urgenza al prossimo consiglio regionale, l’ultimo utile per recepire il provvedimento nazionale che farà risparmiare milioni di euro a cittadini e imprese, potrà avvenire solo forzando le procedure regolamentari, pratica purtroppo ormai divenuta abituale per questa maggioranza che si caratterizza sempre più per incompetenza e sciatteria istituzionale».
«Viene davvero da chiedersi – conclude – quali siano le ragioni di tanta superficialità, anche di fronte a un tema di fondamentale importanza come l’agognato taglio delle tasse. Tanto più che assessori e consiglieri di maggioranza non perdono occasione di sfruttare ogni vetrina per promettere ciò che poi, al momento del fare concreto, disattendono puntualmente. Forse sarebbe davvero ora che la destra a cui i marchigiani hanno assegnato l’onere e l’onore di guidare questa Regione ponga un limite al suo smodato presenzialismo e inizi a lavorare seriamente per le Marche».