ANCONA – Sta iniziando a rallentare anche nelle Marche la macchina della vaccinazione. A rischiare di perdere “giri” per ora sono le Rsa, per colpa dei tagli sulle forniture operate dalla casa farmaceutica americana Pfizer – Biontech che produce il vaccino anti-covid attualmente somministrato insieme al Moderna, che però conta solo poche migliaia di arrivi nella nostra regione.
Nonostante le Marche dovessero essere tra le regioni risparmiate dalla riduzione dei flaconi in arrivo, con il meccanismo di solidarietà adottato dal governo per ridistribuire le dosi fra le aree che ne hanno più bisogno, anche qui si subiranno i tagli sulle forniture che rischiano di provocare uno stop nelle prime somministrazioni nelle Rsa.
Il taglio negli arrivi dei flaconi Pfizer la prossima settimana potrebbe toccare, secondo quanto annunciato, un 20% circa, spiega Massimo Magi, presidente regionale della Fimmg, Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale. «Ci hanno comunicato che la prossima settimana ci sarà una forte riduzione sulla consegna dei vaccini a livello nazionale» spiega il presidente della Fimmg che sottolinea come questa riduzione nelle forniture possa «rischiare di inficiare il processo di immunizzazione in chi si è già sottoposto alla prima dose e al quale dobbiamo garantire anche la seconda somministrazione». Arrivando meno flaconi si dovrà procedere alle iniezioni a chi si è già vaccinato, per questo lo stop alle prime dosi.
Il richiamo, ovvero la seconda iniezione, va infatti eseguito dopo 3 settimane, ma un eccessivo ritardo su questa somministrazione può mettere a repentaglio tutti gli sforzi compiuti per garantire la vaccinazione e per organizzare il complesso meccanismo della campagna vaccinale. I flaconi vanno conservati negli ultracongelatori, uno stoccaggio impegnativo che avviene solo in 7 hub della regione, visto che le dosi devono essere tenute a meno 80 gradi, inoltre vanno diluite con precisione.
«Stiamo andando verso un blocco – dichiara Magi – perché dobbiamo garantire la seconda dose di vaccino in chi ha già ricevuto la prima: la Pfizer opererà un altro taglio del 20% circa la prossima settimana, quindi la fornitura nazionale si troverà ad operare con il 50% in meno delle dosi previste e pattuite dall’accordo stretto a livello Europeo».
Nelle Rsa marchigiane su 9mila ospiti sono stati «già vaccinati oltre il 50%» afferma Magi, che auspica un ripristino delle forniture pattuite a livello Europeo e grazie anche all’azione legale «del commissario Arcuri che ha preparato un ricorso giudiziario contro la Pfizer».
Intanto però la vaccinazione già condotta fin qui nelle Rsa «è andata molto bene, sia nell’organizzazione della medicina generale che nelle forniture da parte dei distretti: il meccanismo ha funzionato e le squadre delle medicina generale sono state efficaci, basta pensare ad esempio che nella sola giornata di giovedì scorso nella Rsa di Castelfidardo abbiamo vaccinato 80 persone in 3 ore».