ANCONA – Quarant’anni di tatuaggi ad Ancona, trentacinque con lo studio-atelier in via XXIX settembre. È la storia di Tommaso Buglioni, in arte Tom Tattoo, personaggio e artista conosciutissimo ad Ancona, che ieri pomeriggio (domenica 18) ha voluto festeggiare l’occasione con amici e cultori del tatuaggio, tra musica, brindisi e arte. «Negli anni Settanta facevo già tatuaggi a mano – racconta Tom – ed ero particolarmente interessato a questa cultura freak, beat, pop. Poi a seguito di un viaggio negli Stati Uniti, nell’estate del 1982 ho realizzato il mio sogno, cioè quello di realizzare un tatuaggio in uno studio professionale, come quelli che si vedevano in certi giornali e in certa letteratura. Così ho cominciato a frequentare questo studio di tatuaggi, mi sono fermato due mesi a Seattle che si trovava nel porto della città, e tornato a casa ho cominciato a pensare al tatuaggio in maniera professionale. Se prima ero un dilettante, dopo è cambiato tutto, mi sono detto che volevo cercare di fare le cose fatte per bene e cercare di aprire uno studio».
Il cambiamento e lo studio cinque anni dopo: «Nel 1987, grazie a tanta ostinazione e tanta testardaggine, come sempre mio padre mi diceva di avere, ho cominciato e ha preso vita questo studio, il secondo studio ufficiale su strada di tatuaggi in Italia, cui poi s’è affiancato anche quello che aprii a Riccione nel 1996 e varie collaborazioni in giro per il mondo, nelle convention oppure ospitate presso altri studi. Ma il mio studio è e resta quello di Ancona, il mio grande amore, uno studio estremamente importante e bello, uno dei più belli d’Italia, per me, in un posto così, davanti al porto». Cos’è cambiato in quarant’anni nella vita artistica e professionale di Tom: «Tantissime cose. Basti pensare che una volta, per acquistare il materiale, dovevamo fare una grande ricerca tramite amici e amici degli amici, poi quando avevi il fatidico indirizzo scrivevi la tua lettera e dopo qualche settimana arrivava la risposta, poi il catalogo, l’assegno internazionale fino a quando ti arrivava il famoso pacco, che conteneva due semplici macchinette, dei tubi, degli aghi, dei colori, dei tappini. Lo provai subito su una persona che, guarda caso, nei prossimi giorni tornerà a farsi fare un tatuaggio da me».
Tom è anche un pittore, il suo studio è disseminato di sue opere, e sul significato di essere un artista ci tiene a precisare: «Artista è chi ha un certo tipo di carattere, di talento, di predisposizione. Adesso fare il tatuatore è un’altra cosa: fai un corso di 700 ore, compri quattro macchinette e ti metti a fare i tatuaggi. Ma da qui a essere un professionista e una persona raccomandabile, efficace e sicura ce n’è di strada. Il lato artistico, naturalmente, deve essere presente. Puoi avere talento ma non è detto che tu sia un artista. Artista è fare una vita da artista e portare avanti fino all’ossessione la tua vocazione, devi essere appassionato, dimostrare il tuo valore. Sono nato da una madre che era una pittrice e che si dilettava a cantare, ho sempre amato disegnare e pitturare, fare graffiti, e ho iniziato presto. Poi nel 1982 ho trovato la mia strada nel tatuaggio e nella pittura, tanto è vero che dal 1982 porto avanti anche una serie di quadri di vari stili. Ho cominciato dall’onirico, poi pop art, graffitismo urbano, l’astrattismo, l’espressionismo, il neo pop… Coltivo questa passione e questo lavoro insieme alla professione di tautatore».