Ancona-Osimo

Ancona, tentato omicidio alla Fincantieri: condannato a 5 anni l’operaio della martellata

La sentenza per il 39enne bengalese è arrivata oggi in abbreviato. Dovrà risarcire la vittima con 10mila euro di provvisionale. In udienza ha chiesto scusa

ANCONA – Dovrà scontare una condanna di cinque anni il 39enne bengalese, caposquadra di una ditta di saldatori, che il 3 giugno scorso stava quasi per uccidere un operaio suo connazionale, con una martellata in testa. L’episodio si era consumato all’interno dello stabilimento Fincantieri, al porto di Ancona, dopo una lite lavorativa.

La pena è stata stabilita oggi dalla gup Francesca De Palma, nel corso del giudizio abbreviato chiesto dall’imputato.

Era stato lui a confessare, due giorni dopo i fatti, quando stava già emergendo che quello non poteva essere un incidente sul lavoro, di aver colpito il 24enne parlando di legittima difesa. Con l’evidenza della prova la Procura aveva chiesto il giudizio immediato. L’aggressione era avvenuta poco prima delle 20. A rimanere a terra in un lago di sangue, era stato il 24enne, saldatore. Era stato soccorso da alcuni colleghi. Inizialmente si era pensato ad un incidente ma poi le indagini della squadra mobile avevano scoperto che era stata una aggressione per motivi di lavoro. Tra i due era nata una discussione sull’orario da fare e un lavoro da ultimare e il 24enne aveva rimediato il colpo di martello alla testa. Una lesione grave che lo portò in coma, ricoverato all’ospedale di Torrette. Dopo quattro mesi è uscito ma le sue condizioni non sono ancora ottimali tanto che avvierà le pratiche per il riconoscimento di una invalidità lavorativa.

L’avvocato Simone Matraxia

Il 39enne era stato arrestato, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare. L’accusa per lui è di tentato omicidio. Due i difensori che lo hanno seguito nel procedimento, gli avvocati Simone Matraxia e Nicola Cagia, e che hanno fatto per lui la richiesta di procedere con il giudizio abbreviato. La vittima era parte civile con l’avvocato Guido Talarico del foro di Teramo. La gup ha stabilito una provvisionale subito esecutiva di 10mila euro da risarcire alla parte offesa. Il pm aveva chiesto una condanna a nove anni e quattro mesi. L’imputato, collegato in aula da remoto dal carcere di Montacuto dove rimarrà recluso, ha chiesto scusa all’operaio saldatore che era in tribunale.