ANCONA – «La ruota ha fatto un altro giro e siamo tornati allo stesso punto dell’anno scorso. Per la ricostruzione post terremoto di Ancona non c’è nulla». Lo dice Carlo Terracciano del Comitato 707 che si era costituita dopo l’avvio della sequenza sismica del 9 novembre 2022 che vide due scosse ravvicinate tra loro, la prima di magnitudo 5.7. L’ultima di una certa intensità è stata registrata il 29 ottobre scorso con epicentro nella costa di fronte a Fano e magnitudo 3.7.
Nel 2023 (l’11 aprile) arrivarono i primi fondi dal governo per le procedure di somma urgenza (4,86 milioni di euro), mentre il 13 aprile venne dichiarato lo stato di emergenza nelle Marche. Dalla ricognizione della struttura commissariale sono stati calcolati circa 62milioni di euro di danni tra le due province colpite. Nel solo capoluogo marchigiano 130 persone subirono danni alle loro abitazioni che dovettero lasciare.
Ora Terracciano del Comitato 707 lamenta che «non c’è nulla per la ricostruzione di Ancona in nome di priorità che si trovano sempre da qualche altra parte. Da come sta scritto nella bozza, a fronte dei dieci miliardi che servono per la sola Emilia, sono stati stanziati, per il 2027 e il 2028, tre miliardi scarsi per tutte le emergenze».
«Siamo stanchi di essere presi in giro – dice – in maniera così plateale e ostentata». Il Comitato 707 fa sapere che sta organizzando un incontro con le opposizioni e i rappresentanti delle vittime delle alluvioni, fra i quali quelli del senigalliese, colpito nel 2022, con l’obiettivo «definire una linea d’azione, per quello che può servire, e prima che sia troppo tardi» conclude.