Ancona-Osimo

Ancona-Tokyo, gli amici di Tamberi: «Gimbo, ti aspettiamo al campetto!»

Un viaggio nei luoghi del cuore del campione Gianmarco Tamberi: dal campetto del Dorico al Palarossini. Gli amici dell'oro olimpico: «Gimbo, uno di noi»

Gianmarco Tamberi e i suoi amici al Campetto

ANCONA – «Gimbo, torna con la medaglia, ti aspettiamo al campetto!». Eccolo, il grido compatto degli amici di Gianmarco Tamberi, che ieri – 1 agosto -, alle olimpiadi di Tokyo, ha conquistato l’oro nel salto in alto. Capelli lunghi, occhi buoni e barba spesso a metà: per gli amici, Tamberi, prima di essere un campione di atletica leggera, è semplicemente Gimbo.

L’oro olimpico Tamberi con l’amico Luca Benedetti al campetto dello stadio Dorico

«Con Gimbo ci conosciamo da quasi quattro anni. Si allenava con la mia ragazza – racconta Luca Benedetti -. Abbiamo iniziato a frequentarci ad Ancona, la nostra città, l’estate dopo il suo infortunio. Al campetto dietro lo stadio Dorico, al viale della Vittoria, ci vedevamo quando lui era in vacanza, libero da impegni sportivi». In fondo, per una partita tra amici, basta la voglia di incontrarsi, una palla da basket e un paio di scarpe.

«Competizioni tutt’altro che amichevoli, quelle con lui», scherza Benedetti, giocatore di pallacanestro. «A volte, succedeva che a basket vincessi io, così Gimbo non lasciava il campo finché non portava a casa la vittoria. Sì, è abbastanza competitivo nello sport, ma fuori dal campo è una persona splendida e generosa. Tempo fa, ad esempio, ho subìto un infortunio al crociato e lui mi è stato molto vicino. Quasi settimanalmente, ci sentivamo al telefono. Mi chiedeva come stessi, dandomi consigli sui fisioterapisti migliori».

Gimbo durante una partita al campetto dello stadio Dorico

Indimenticabili le partite alla palestrina del Palarossini (ora Palaprometeo, ndr). «Diverse volte, mi ha invitato ad andare a giocare con lui. Sono felice per la medaglia. Quando torna, voglio abbracciarlo forte». E ancora: «Non ci siamo sentiti in questi giorni, perché è inondato di messaggi, ma alla tv l’ho visto concentrato e determinato, ancora più maturo del solito» – conclude l’amico.

L’oro olimpico Tamberi con l’amico Antonio Biasco

Con Tamberi, l’anconetano dalla medaglia d’oro, talvolta si allena anche Antonio Biasco: «Ero al lago, in vacanza. E appena ho saputo che Gimbo stava per saltare sono corso in hotel a guardarlo dalla tv. Una gioia immensa vederlo sul podio. E pensare che mai avrei creduto di diventare suo amico. Gli ho fatto i complimenti, ma non mi ha ancora risposto. Di fama – evidenzia Biasco – lo conoscevo già da tempo. Poi, 7 anni fa, al campetto del Dorico siamo diventati amici. Com’è Gianmarco? È un vip non vip. Insomma, uno di noi, non fa il gradasso, è un ragazzo semplice e genuino».

Il primo amore di Tamberi è il basket. Poi, col tempo, ha scoperto di avere talento per l’atletica. Così, si è cimentato nel salto in alto. E il padre – anche lui atleta – gli ha indicato la strada per le Olimpiadi. L’amico di una vita, il cestista Ludovico Chiorri, lo celebra così: «Gimbo è un tipo pazzerello, ha quella sana follia che lo rende unico. Ci siamo conosciuti durante le selezioni di basket, a Osimo. Poi, abbiamo giocato insieme nella Stamura. La pallacanestro? Non l’ha mai lasciata. Nella vita quotidiana è esuberante, ma solare, mai spocchioso né arrogante».