ANCONA – «Investire non è colonizzare». È questo il messaggio forte lanciato dalla multinazionale giapponese Topcon Corporation in occasione dell’inaugurazione della nuova sede in via Caduti del Lavoro 40, ad Ancona. Il taglio del nastro ieri pomeriggio (21 novembre) a seguire un convegno nel quale si è riflettuto sulle best practices possibile per favorire occasioni di sviluppo e integrazione sul territorio.
Investire dunque non colonizzare, un messaggio in controtendenza rispetto a quanto avviene solitamente in questo momento storico dell’economia in cui imperversa la globalizzazione che rischia di cancellare le peculiarità e le vocazioni dei territori, e di sacrificarle sull’altare del risparmio e del taglio dei costi. La Topcon, produttrice di sistemi di posizionamento e rilievo topografico per le costruzioni e l’agricoltura, e dell’automatizzazione dei processi, racconta una storia diversa: presente da oltre 40 anni, nel 2015 rileva la Geotop, società con sede ad Ancona e costituita da due soci anconetani, che dal 1980 era rivenditore unico per l’Italia dei prodotti della multinazionale giapponese.
«Abbiamo voluto continuare questa storia di successo – commenta il direttore generale di Topcon Positioning Italy, Marco Pagni Frette – la sede è rimasta ad Ancona così come le competenze». Geotop era infatti una società familiare e i dipendenti dell’azienda così come i figli dei due soci dopo l’operazione di rilevazione continuano a lavorare nella società che è divenuta parte della Topcorn. Una storia di successo che non ha portato a nessuna dispersione di competenze del territorio, ma anzi ad una integrazione vincente. Oggi Topcorn ha quasi 5mila dipendenti in tutto il mondo e un fatturato con numeri da capogiro e continua a crescere e ad investire sul territorio inaugurando una nuova sede, più grande.
«Il cambio di sede – spiega il direttore generale di Topcon Positioning Italiy, Marco Pagni Frette – rappresenta un passo ulteriore di questa azienda che ha mantenuto fortemente il legame con il territorio perché la maggior parte dei nostri dipendenti sono entrati in questa azienda da giovani e qui hanno proseguito il loro percorso professionali. Altri se ne sono aggiunti, ma il nucleo forte di questa azienda è ancora costituito dalle persone che ci lavorano da anni».
Mercati piuttosto complessi quelli in cui si muove la multinazionale, specie per quanto riguarda infrastrutture e costruzioni che scontano i colpi inferti dalla della crisi economica, anche se l’edilizia nelle Marche sta dando timidi segnali di ripresa. Ben diversa la situazione dell’agricoltura «un mercato molto in crescita – sottolinea il direttore generale – e quindi come filiale dobbiamo presidiare il territorio italiano vendendo al meglio le soluzioni che la casa madre ci mette a disposizione».
Topcorn rappresenta per il territorio anche uno stimolo al”internazionalizzazione, per far uscire le piccole medie imprese marchigiane dai confini territoriali che spesso divengono recinti limitanti. Esempio concreto di una multinazionale che invece di limitarsi a comprare competenze le ha rimesse in gioco sul territorio, come ha evidenziato nel suo intervento il presidente di Confapi Ancona, Michele Mencarelli.
Una posizione condivisa dall’esperto in riorganizzazione di impresa Gianluca Calvani, che ha sottolineato come le piccole medie imprese siano spesso troppo concentrate sulla vendita del loro prodotto, una tendenza che se da un lato porta al miglioramento dall’altro lato porta anche a perdere di vista il cliente che ha causa della crisi ha bisogno e cerca di reinventarsi. Topcon, da multinazionale lungimirante, si inserisce in questo nuovo trend cercando di «aiutare gli imprenditori a reinventare il loro futuro».