ANCONA – Le forze di centrosinistra, «riformiste, progressiste ed ecologiste» si uniscono sul tema della sanità e fanno fronte comune. In una nota stampa congiunta, siglata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, + Europa, Verdi, Partito Socialista, Dipende da Noi affermano «non possiamo rimanere inermi innanzi allo stato di abbandono e di crisi in cui versa il sistema sanitario della nostra regione. L’appello di ben 11 dirigenti dell’ospedale di Torrette, considerato un fiore all’occhiello marchigiano, la dice lunga sulla gravità della situazione ed è l’emblema della disorganizzazione che regna nell’intera sanità regionale che rischia di far esplodere e collassare il sistema».
Nella nota, le forze politiche spiegano che «le scelte politiche del governo Acquaroli hanno solo prodotto un peggioramento di una sanità già ricca di problematiche: liste di attesa, sovraffollamento dei pronto soccorso, carenza di personale, mobilità passiva e tutte le inefficienze note. La riforma sanitaria, voluta dalla destra regionale, non ha prodotto risultati se non la moltiplicazione delle poltrone e dei costi. Il Piano socio sanitario, fatto approvare in gran fretta nel corso dell’estate, promette tutto ma non pianifica nulla».
Secondo le opposizioni «il presidente Acquaroli, anziché far valere la tanto sbandierata filiera di destra, subisce silente le scelte della sua capo partito Meloni, che taglia le risorse per la sanità pubblica e rinuncia al Mes sanitario, non prevede la possibilità di effettuare investimenti sul personale e affossa il Pnrr concepito proprio a favore della sanità di prossimità. L’unica battaglia affrontata da Acquaroli finora è stata quella di aggiungere risorse economiche per un sottosegretario», quando «è già presente un assessore» a «certificare la auto ammissione del fallimento del modello Marche».
«L’appello dei dirigenti di Torrette, che si aggiunge alle tante grida di allarme di operatori, forze sindacali e utenti – proseguono i partiti di centrosinistra -, non può rimanere inascoltato. La questione non può essere risolta con un semplice incontro in privato, senza partecipazione, trasparenza e senza un confronto con tutte le parti in causa. Stiamo assistendo allo smantellamento della sanità pubblica che andrà a colpire in primis i più deboli e coloro che non possono permettersi cure a pagamento, oltre che il fondamentale diritto di tutti alla salute. Per questa ragione, abbiamo ritenuto opportuno e urgente proclamare con una voce sola il nostro disaccordo e la nostra opposizione alle politiche della destra regionale sulla sanità. Continueremo pertanto – concludono – a mobilitarci su questo tema che ci vede uniti, includendo tutti coloro che vorranno associarsi a questa battaglia che riguarda tutte le marchigiane e i marchigiani».
Sulla vicenda si registra anche l’intervento del presidente dell’Opi Ancona Giuseppino Conti (Ordine delle Professioni Infermieristiche): «Va rimarcato che le carenze di personale di cui si sta parlando in questi giorni a livello locale riguardano anche e soprattutto quello infermieristico che rappresenta la maggioranza di quello impiegato nei presidi ospedalieri: gli infermieri sono circa il 70% del personale sanitario. Questa carenza quantificabile in non meno di 300 unità per il territorio di nostra pertinenza – aggiunge – è acuita dai ritardi nel bandire concorsi per infermieri che suppliscano ad una situazione in via di inevitabile peggioramento».
Secondo Conti gli iscritti Opi Ancona« lamentano una progressiva dequalificazione, il salto dei riposi, turni massacranti e lo svilimento del ruolo stesso dell’infermiere troppo poco riconosciuto e chiamato a colmare le carenze organiche anche tra gli OSS che porta l’infermiere a svolgere compiti lontani dalle proprie competenze e dall’altissima professionalità. La conseguenza – ricorda – è che la categoria degli infermieri è quella che più di altre trova sbocchi professionali all’estero allettata da remunerazioni più gratificanti e percorsi di carriera certi lasciando ulteriori posti vacanti».
Opi Ancona è stato tra i firmatari di un documento inviato alla Giunta Regionale ed alla IV Commissione Sanità recante un approfondimento che riguarda tutti i punti organizzativi previsti dal Piano Socio Sanitario con particolare riferimento all’assistenza territoriale, quella ospedaliera, la qualificazione del personale e il valore della ricerca, il tema delle dotazioni organiche per il corretto funzionamento del sistema di assistenza e infine le residenze sanitarie assistenziali.
«Siamo convinti – insiste Conti – che – all’implementazione delle strutture e dei servizi vada garantito l’adeguamento continuo degli organici dei professionisti dell’assistenza, tenendo conto dei nuovi bisogni di salute della popolazione e dei cambiamenti demografici, epidemiologici e socioeconomici nel frattempo intervenuti, favorendo, nello stesso tempo, anche lo sviluppo professionale». Secondo il presidente Opi Ancona va rimarcato che «l’investimento nelle strutture e nei servizi territoriali risulta essere particolarmente interessante, in particolare nelle Case di Comunità, nelle COT (Centrali Operative Territoriali – finalizzate a favorire la continuità tra Ospedale e Territorio) e nell’Infermiere di Famiglia e Comunità, per la “presa in carico” delle persone con fragilità, disabilità, cronicità, nell’ambito di una progettualità ed una operatività definita e condivisa con il MMG (medici di medicina generale, ndr)/ PLS, nel rispetto delle autonomie e responsabilità di ciascuno». «Urge – conclude – considerare le necessità riorganizzative delle strutture ospedaliere, tenuto conto delle evoluzioni scientifiche, tecnologiche e metodologiche che hanno interessato le discipline chirurgiche, con le conseguenti necessità di personale adeguato per conoscenze, competenze e numerosità».
A replicare sulla vicenda è il capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli. «Seppur irrituale, sono lieto che finalmente 11 direttori dipartimentali dell’azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche abbiano alzato la voce nei confronti delle politiche totalmente fallimentari che la Sinistra, Pd in testa, hanno attuato nel corso degli ultimi 20 anni a livello nazionale e, quindi, regionale. Le forti critiche indirizzate alla classe dirigente politica del Pd non sono state comprese proprio dal Pd. Ma non mi meraviglia per niente – dice Ciccioli -. La politica degli struzzi, mettere cioè la testa sotto la sabbia, è un tratto distintivo del loro agire. Non capiscono nulla, al di là del loro naso».
«I Direttori – prosegue Ciccioli – hanno denunciato ciò che, personalmente, da politico e fino a qualche mese fa da operatore medico, ho sempre denunciato. Il collo di bottiglia determinatosi con i tagli di spesa e il difficoltoso accesso al corso di laurea di Medicina e, soprattutto, alle Scuole di Specializzazioni, ha prodotto un impoverimento generalizzato in termini di mancanza di personale e, di conseguenza, nell’erogazione tempestiva dei servizi sanitari. E chi grida allo scandalo, il Pd. Incredibile, ma vero. Gli artefici di questa situazione provano a nascondere la testa nella sabbia e fanno finta di nulla. Detto ciò, a noi del centrodestra preme risolvere i problemi, non lanciarsi in proclami che lasciano il tempo che trovano. A testimonianza di ciò, la conferma per il 2023 di 110 nuove borse di studio per i medici di Medicina generale, 42 nuove borse di studio per i medici specialisti. Numeri che non hanno uguali con gli scorsi anni e con tantissime altre Regioni italiane. E, sono certo – conclude – altre misure saranno previste e ricomprese nell’ambito del Bilancio di previsione, approvato ieri in Giunta, e che approderà oggi in Commissione e, a breve, in Consiglio regionale».