Ancona-Osimo

Corinaldo, la Procura chiede il giudizio immediato per i sei della banda dello spray

Erano stati arrestati il 2 agosto scorso insieme al ricettatore 65enne che ha patteggiato la pena a 4 anni e 2 mesi di reclusione. Per Luca Pancotti, legale della famiglia di Emma Fabini, si tratta di un fatto positivo

ANCONA – I sei componenti della banda dello spray al peperoncino a giudizio immediato. È quanto ha chiesto la Procura della Repubblica di Ancona che proprio questa mattina ha depositato la richiesta al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ancona. Le sei persone erano state arrestate il 2 agosto scorso nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di Corinaldo avvenuta nella notte tra il 7 e l’8 dicembre nella discoteca Lanterna Azzurra.

I sei ragazzi sono accusati di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo.

Insieme a loro era stato arrestato anche un 65enne accusato di ricettazione continuata e associazione per delinquere che ha patteggiato la pena a 4 anni e 2 mesi di reclusione e a 2mila euro di multa.

Gli inquirenti erano arrivati alla cosiddetta “banda dello spray”, costituita da giovani tra i 19 e i 22 anni del modenese, da una traccia lasciato da uno di loro, Ugo Di Puorto, sulla bomboletta di sostanza urticante. La banda specializzata in furti con strappo in discoteche e locali, quella tragica notte aveva spruzzato lo spray all’interno della Lanterna Azzurra per rubare collane, bracciali ed orologi, approfittando della confusione provocata dalla sostanza.

La sostanza però ha provocato nei ragazzini una serie di sintomi respiratori, fra i quali “fame d’aria”, che hanno provocato il panico scatenando il fuggi fuggi dalla discoteca e la morte di 6 persone rimaste schiacciate dalla calca: 5 adolescenti e una mamma 39enne che aveva accompagnato la figlia quella sera non sono più tornate a casa dalle loro famiglie. Inoltre 200 persone erano rimaste ferite

Un segnale forte quello della Procura della Repubblica di Ancona che spinge affinché venga fatta chiarezza al più presto.

«Ad un anno dalla tragedia – spiega il procuratore capo Monica Garulli – alla luce dei risultati emersi durante la complessa attività di indagine coordinata da questa Autorità Giudiziaria e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ancona, con il contributo tecnico del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche-Racis di Roma e dell’Università Politecnica delle Marche, dalla quale sono emersi chiari e concordanti elementi di responsabilità nei confronti dei soggetti facenti parte della cosiddetta “banda dello spray”, tutt’ora in stato di custodia cautelare, è stata avanzata richiesta di giudizio».

«È un fatto positivo che si vada avanti in questo filone d’indagine e che non si attardi ad aspettare dell’altro – commenta l’avvocato Luca Pancotti legale della famiglia di Emma Fabini, una delle 6 vittime – È positivo specie per i familiari delle vittime vedere che la Giustizia si sta muovendo».