ANCONA – La seconda udienza del processo per il crac di Banca Marche presieduta dal giudice Francesca Grassi si è aperta oggi (17 giugno) al Tribunale di Ancona con un rinvio. È stata infatti fissata all’8 luglio la prossima udienza che vede 3500 parti civili costituite in giudizio. Alla base del rinvio il fatto che alcuni avvocati, come spiega Corrado Canafoglia, il legale dell’Unione Nazionale Consumatori «non hanno scambiato tra loro gli atti di costituzione di parte civile».
«Una leggera frenata sull’iter», ma non una battuta d’arresto precisa Canafoglia che precisa come «il Tibunale ha superato in maniera molto veloce e ha rinviato la nuova udienza all’8 luglio dando un termine intermedio, fino al 29 giugno, per depositare tutte le memorie da parte dei difensori degli imputati che contengono le eccezioni sulla costituzione di parte civile». In pratica i difensori degli imputati potranno prendere posizione sull’ammissibilità delle 600 nuove parti civili, richieste nel corso della prima udienza del processo (20 maggio 2019) e specificare i motivi per cui secondo loro non debbono presenziare a questo processo.
Inoltre l’8 luglio verrà deciso anche «sull’ammissione di responsabili civili nuovi rispetto a Banca delle Marche in liquidazione coatta amministrativa», spiega il legale dell’Unione Nazionale Consumatori: in caso di condanna degli imputati, Banca delle Marche o i nuovi responsabili civili, «dovranno pagare in solido il danno riconosciuto dal Tribunale».
In pratica oltre a chiamare in causa Ubi Banca quale responsabile civile, sulla base di un documento emerso dal quale risulterebbe che l’istituto di credito al momento dell’acquisto di Banca Marche avrebbe potuto essere a conoscenza della possibilità di dover risarcire azionisti e obbligazionisti, l’avvocato Canafoglia ha annunciato anche che potrebbe chiamare in causa la Pwc ovvero la società di revisione che controllava l’andamento della gestione dell’istituto di credito.
I risparmiatori azzerati non hanno accolto con grande favore il rinvio che vedono come un ulteriore prolungarsi dei tempi. «Se verranno condannati dovranno avere una pena esemplare – invoca uno di loro – altrimenti il rischio è quello di creare un precedente».
Su questo però rassicura l’avvocato Canafoglia: «Quello che oggi sembra un arresto – conclude l’avvocato – in realtà verrà superato in tempi rapidi e senza nessun problema per alcuna parte, quanto meno per le parti civili».
Intanto dal 26 luglio i risparmiatori azzerati nella vicenda Banca Marche potranno presentare domanda per accedere al fondo di indennizzo pubblicato l’11 giugno scorso in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di 1,575 miliardi di euro stanziati in bilancio dal Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze, per risarcire i truffati sul territorio nazionale. L’indennizzo per gli obbligazionisti sarà pari al 95% del costo di acquisto e al 30% per gli azionisti entro il limite massimo di 100.000 euro.
Entro fine giugno le informazioni sulle modalità di presentazione della domanda e sugli adempimenti necessari saranno pubblicate sulla piattaforma informatica resa operativa dalla Consap.
All’indennizzo forfettario potranno accedere le persone fisiche, l’imprenditore individuale, anche agricolo, e il coltivatore diretto, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale, nonché le microimprese. Inoltre, in sostituzione del risparmiatore originario potranno accedere alla procedura di indennizzo anche i successori e i familiari che abbiano acquisito la titolarità degli strumenti finanziari.