ANCONA – La diffusione crescente dell’e-commerce fa lievitare parallelamente anche le truffe online. Ma a crescere sono anche le frodi legate ai finti messaggi dalla banca che arrivano su moltissimi telefonini, dietro però si nascondono dei veri e propri truffatori informatici.
«È sempre più frequente nell’ambito delle vendite online il rischio di incappare in persone con falsi profili sui social network – spiega l’analista forense Luca Russo – nei quali forniscono indicazioni circa l’attività lavorativa svolta e l’ubicazione per attrarre la fiducia dei compratori che in questo modo percepiscono il venditore come ‘affidabile’ e finiscono per acquistare pagando con carte di credito ricaricabili».
Spesso però, racconta, all’atto del pagamento viene fornita dal truffatore una carta, sulla quale versare l’importo della merce che si vorrebbe acquistare, «intestata ad altre persone come presunte mogli o figli, in realtà l’intestatario può essere un complice in alcuni casi consapevole per un tornaconto, mentre in altri casi queste carte vengono attivate con documenti falsi».
L’analista forense invita a fare attenzione agli acquisti online perché le truffe stanno registrano un aumento esponenziale. «Quando si fa un pagamento sarebbe meglio farllo sulla piattaforma Paypall che tutela l’utente nel momento in cui è vittima di una truffa e si attiva per far recuperare il denaro. Inoltre, richiede un livello molto alto di sicurezza e di controlli, per cui difficilmente i truffatori si affidano a questi canali».
Ma a registrare una importante crescita sono anche i finti Sms dalle banche. «Una tipologia di truffa che colpisce soprattutto le persone anziane e quelle poco esperte nell’utilizzo della tecnologia» spiega. L’obiettivo dei truffatori in questo caso è quello di carpire i dati di accesso e svuotare i conti correnti. Si tratta della tecnica dello smishing, una truffa informatica che gravita sugli smartphone e sui telefonini dai quali «sottraggono i dati personali».
Una truffa particolarmente subdola perché «l’Sms sembra arrivare davvero dalla banca in quanto nell’intestazione compare generalmente il nome di un istituto di credito», in questo modo anche gli utenti un po’ più esperti, magari presi dalla fretta e dal timore, possono restare ingannati. «Spesso – prosegue – in questi messaggi l’utente viene avvisato che la sua carta è stata clonata e invitano ad accedere ad una area nella quale in realtà carpiscono i dati personali e le pasword».
Alcune volte, per rendere la truffa più credibile, il raggiro può essere accompagnato «da una telefonata in cui un finto operatore della banca spiega le procedure per trasferire il denaro su un altro Iban, sostenendo che il conto precedente è stato bloccato per tutela. In realtà però l’Iban su cui viene trasferito il denaro è quello del truffatore». L’invito in questi casi è a contattare la propria banca o meglio a recarsi personalmente allo sportello, prima di seguire qualunque indicazione pervenuta via Sms.