Ancona-Osimo

Tuffi in sicurezza, i consigli per evitare i rischi

Tra i soggetti più a rischio bambini e adolescenti, specie stranieri. Tra le cause di annegamento più frequenti, che non avvengono solo in mare, ma anche in laghi e fiumi, i malori, le correnti, i fondali irregolari, gli sport acquatici e le cadute

Rebecca Renzi e Matteo Di Donato

ANCONA – Ogni anno in Italia avvengono circa 350 decessi per annegamento, l’80% sono maschi. Sono i dati raccolti dall’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti ed incidenti in acque di balneazione, istituito dal ministero della Salute, contenuti nel primo rapporto. I dati Istat indicano che dal 2003 al 2020 sono morte per annegamento 6.994 persone in Italia (media annua 389 decessi, in calo negli ultimi otto anni a 342).

Tra i soggetti più a rischio ci sono bambini e adolescenti, specie stranieri. Tra le cause di annegamento più frequenti, che non avvengono solo in mare, ma anche in laghi e fiumi, ci sono i malori, le correnti, i fondali irregolari, gli sport acquatici e le cadute.

Secondo un’analisi condotta dalla Società Nazionale di Salvamento dal 2016 al 2021 sono avvenuti nel Paese 1.327 annegamenti, 857 dei quali lungo i litorali marini e 470 nelle acque interne cpme laghi, fiumi, torrenti. Nelle Marche l’ultimo annegamento una settimana fa, quando un 12enne ha perso la vita dopo un bagno con alcuni amici a Falconara Marittina. Nonostante i soccorsi immediati, per il ragazzino di origini straniere non c’è stato niente da fare. Una tragedia che ha scosso la comunità.

Rebecca Renzi, 18 anni, di Civitanova Marche, è il primo anno che si occupa di salvamento in spiaggia a Numana. «Ho deciso di intraprendere questo percorso perché da quando avevo 15 anni ho iniziato a fare corsi di primo soccorso con la Croce Verde, e allora ho deciso di fare la bagnina». La giovane racconta «non ho ancora soccorso nessuno in mare, ma a terra sì, una signora che si era sentita male in spiaggia». Rebecca Renzi che coltiva due passioni, quella «per la grafica e per la medicina» sogna di «iscriversi all’università», ma intanto con grande generosità ha deciso di trascorrere l’estate aiutando chi può trovarsi in difficoltà in acqua o in spiaggia. 

Matteo Di Donato, osimano, 18 anni anche lui, invita a «seguire le direttive dei bagnini appositamente istruiti» in modo da prevenire eventuali incidenti e malori in spiaggia e in acqua. «Chi ha patologie cardiache non dovrebbe spingersi troppo a largo – consiglia – dovrebbe rimanere sempre vicino alla riva anche per permettere di intervenire il più rapidamente possibile». Il consiglio per chi prende il sole in spiaggia è quello di ricordarsi di «applicare la crema solare» con fattore di protezione, mentre per chi ama tuffarsi è di fare il bagno negli orari in cui nelle spiagge è attiva la sorveglianza, ovvero dalle 10 alle 18.

Tra i consigli c’è anche quello di evitare di fare il bagno in mare, in piscina, nei laghi e nei fiumi dopo aver mangiato o dopo un’esposizione prolungata al sole. Importante poi evitare tuffi da scogliere, zone non protette e non sorvegliate. Importante educare i bambini fin da piccolissimi all’acquaticità e di prestare attenzione nelle vicinanze delle piscine per evitare che possano accedere da soli.

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