Il movimento turistico fa da volano al commercio, all’accoglienza e alla ristorazione. La moda invece non risente ancora degli effetti positivi legati all’arrivo della bella stagione, che meteorologicamente parlando, deve ancora entrare nel vivo. A tracciare il quadro sono i vertici di Confcommercio Marche, «Il ponte di Pasqua ha portato un gran movimento – spiega Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche – e questo ha aiutato il commercio, la ristorazione e lo shopping, soprattutto enogastronomico. Anche il ponte del 25 Aprile registra un buon afflusso».
Il presidente di Confcommercio Marche, Giacomo Bramucci, componente della giunta di Federmoda Italia e vicepresidente dell’Azienda Speciale della Moda di Camera di Commercio delle Marche, entra nel vivo del tema moda, un settore che stra attraversando negli ultimi tempi una crisi, da un lato dettata da un cambio nelle abitudini dei consumatori, più orientati all’acquisto di tecnologia, viaggi e benessere, dall’altro causata dalle tensioni geopoitiche internazionali che hanno cambiato lo scacchiere dei mercati di riferimento per l’export.


«Per quanto riguarda la moda – spiega Bramucci – i flussi turistici di questi ponti di primavera hanno portato numeri lievemente positivi, forse però ci aspettavamo qualcosa in più. Si è trattato di un turismo un po’ a corto di risorse per la moda». Secondo il presidente di Confcommercio Marche lo shopping legato all’abbigliamento e alle calzature è condizionato dalla «mancanza di serenità e di aspettative positive». Nonostante i turisti stranieri siano in crescita rispetto all’anno scorso e siano più orientati all’acquisto moda rispetto agli italiani, evidenzia, il flusso turistico nazionale «è più frenato nella spesa per abbigliamento e calzature».
La guerra commerciale dei dazi non ha ancora avuto un impatto sul sistema produttivo del comparto moda «è ancora presto per vederlo», spiega, ma intanto il clima di incertezza «ha fin da subito intaccato la serenità nell’approccio allo shopping, frenando soprattutto chi non ha un reddito elevato». Gli operatori però sono positivi e attendono con ansia l’arrivo della bella stagione, sperando in «un momento magico» di ripresa per il settore, dopo stagioni critiche.
Il primo spaccato del 2025 registra infatti «numeri non troppo positivi – dice -: le aziende fanno fatica e gli ordinativi sono in calo rispetto all’anno scorso, intorno al -6, -8%» e a soffrire in ricaduta è tutta la filiera che sconta la situazione di incertezza. «Contiamo che le prime avvisaglie estive possano portare ad uno sblocco e che possano far ripartire gli acquisti» conclude Bramucci.