Ancona-Osimo

Turismo congressuale: buona ripresa ma limite capienza hotel. Pigliapoco: «La soluzione? Distretto e strutture in rete»

Il settore segna una ripresa migliore delle aspettative ma c'è il limite degli hotel che non arrivano a 200 camere

ANCONA – I viaggi di lavoro? Sono una grande opportunità e un mercato sempre più trainante per l’Italia. Il nostro Paese sorpassa la Spagna in questo settore e si piazza al secondo posto dopo gli Stati Uniti. Un trend emerso da Imex, la fiera mice più importante del settore, che si tiene a Francoforte, dove Enit è presente con lo stand Italia, che vede tra le regioni presenti anche le Marche.

«Il turismo congressuale è ripartito moltissimo dopo la pandemia, più di quanto previsto – dice Antonio Recchi, vicepresidente nazionale Maavi e titolare della Criluma Viaggi di Ancona – e questo è un dato positivo perché si ricomincia a viaggiare anche per lavoro e questo aiuta l’economia».

Dal punto di vista dell’incoming chi viaggia per lavoro arriva nelle Marche soprattutto dall’Italia, «in misura minore dall’estero, specie dalla Germania, dalla Francia e dall’Inghilterra». Il problema, spiega Recchi, «è che si tratta di viaggiatori che cercano grandi strutture, da almeno 4-5 stelle. Nelle Marche begli hotel non ci mancano, il problema semmai è rappresentato dalla capienza». Anche per questo «li turismo congressuale nella nostra regione si orienta soprattutto nella riviera pesarese dove ci sono strutture che possono garantire una maggiore capienza».

A confermare il buon trend del turismo congressuale è anche Emiliano Pigliapoco consigliere regionale di Federalberghi Marche. L’albergatore evidenzia anche lui il tema della capienza degli hotel: «Nelle Marche abbiamo sale convegni anche da 1.000 posti, ma poi non ci sono strutture dove mandare a dormire un numero così nutrito di persone, perché anche rivolgendosi agli hotel vicini è difficile trovare alberghi che erogano lo stesso livello di servizi».

Nelle Marche, aggiunge, «l’hotel più grande non arriva a 200 camere e questo è un limite a questo tipo di turismo». Tra le zone più penalizzate in tal senso ci sono le province di Ascoli Piceno e Fermo. «Ancona ha delle buone possibilità come livello di servizi tra la città e Portonovo – il limite è sempre quello della capienzaq ma si può ovviare mandando in strutture analoghe limitrofe. Anche Pesaro ha buone possibilità, così come Senigallia».

La soluzione? Secondo il consigliere regionale di Federalberghi passa per la realizzazione di «un distretto del turismo congressuale, che metta in rete strutture vicine e di pari livello per arrivare alla capienza necessaria». Insomma, un turismo congressuale diffuso sul territorio, in aree ben localizzate per sfruttare al meglio questo business.

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