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Turismo spaziale, UnivPm nel team Galactic 01. Corvaro: «Esperimenti in orbita contro l’invecchiamento dell’organismo»

Il lancio è previsto tra il 27 e il 30 giugno 2023 dallo Spaceport America nel New Mexico

Il professor Francesco Corvaro Univpm

ANCONA – Il turismo spaziale dietro l’angolo grazie anche al contributo dell’Università Politecnica delle Marche. Il professor Francesco Corvaro, docente di Fisica tecnica industriale, presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche della Facoltà di Ingegneria dell’Univpm, fa parte del team di ricerche scientifiche della missione ‘Galactic 01’, il primo volo commerciale al mondo nello spazio, il cui lancio è previsto tra il 27 e il 30 giugno 2023 dallo Spaceport America nel New Mexico.

Anche l’equipaggio parla italiano. A bordo del mezzo della Virgin Galactic, la società spaziale di proprietà del miliardario Richard Branson, saliranno tre astronauti dell’Aeronautica Militare Italiana (tra i quali Walter Villadei) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano. L’obiettivo della missione è prettamente scientifico, e consiste nell’indagare gli effetti dell’assenza di gravità sull’organismo umano, per sperimentare e testare applicazioni, e dare avvio al turismo spaziale, ormai una realtà che si sta concretizzando a grandi passi.

Il Galactic 01 in tal senso sarà un vero e proprio laboratorio scientifico suborbitale. Il gruppo scientifico del Servizio Sanitario dell’Aeronautica Militare, guidato dal capitano Giovanni Marfia, in collaborazione con la Fondazione IRCCS Policlinico, l’Università degli Studi di Milano, il Policlinico Umberto I – Università Sapienza, l’Università Politecnica delle Marche e l’italiana Andremacon Biotech, lanceranno esperimenti biologici in orbita «per migliorare le prestazioni e l’efficienza fisica dei futuri astronauti dei viaggi spaziali» spiega il professor Francesco Corvaro.

I risultati ottenuti dalla missione si pongono l’ambizioso obiettivo di «contrastare gli effetti di agenti come le radiazioni ionizzanti, i radicali liberi e lo stress ossidativo, alla base di molte patologie, oltre che dell’invecchiamento dell’organismo» prosegue il docente. L’Università Politecnica delle Marche ha lavorato alla progettazione della speciale tuta di volo che indosserà il colonnello dell’Aeronautica Militare, progettata dall’azienda Spacewear di Fano e ai test di resistenza delle tasche della tuta di volo, all’interno delle quali verranno posti campioni biologici come «tessuti umani, cellule cancerogene, Dna, sangue» spiega il professor Corvaro. I test di tenuta delle tasche sono stati eseguiti dal professor Corvaro insieme al collega dell’Univpm professor Sasso.

La tuta degli astronauti della missione Galactic 01

«Le tasche della tuta devono resistere ad una accelerazione che supera i 9G – precisa – e non devono aprirsi per evitare la dispersione e la distruzione dei campioni che i tre astronauti porteranno in orbita». La tuta, costituita da una speciale maglia, raccoglierà dati relativi ai parametri fisici degli astronauti, come elettrocardiogramma, pressione sanguigna, temperatura corporea «per capire il livello di stress subito dagli astronauti nello spazio. L’obiettivo è quello di creare le condizioni perché l’uomo possa andare nello spazio, un ambiente non adatto alla vita umana a causa dell’assenza gravità che produce una serie di conseguenze sull’organismo».

Tra i compiti del professore dell’Università Politecnica delle Marche, anche quello di supportare la gestione e valutazione dei dati che saranno raccolti dalla missione per comprendere non solo l’impatto sull’organismo umano, ma anche sulle patologie. Terminata la missione il team di ricerca scientifico oltre ad «analizzare le variazioni dei campioni biologici all’assenza di gravità» rileverà anche le variazioni subite dall’organismo dei piloti che saranno sottoposti a prelievi ed analisi sia prima del volo che al loro rientro.

Questi ultimi verranno sottoposti anche a scansioni corporee ad altissima definizione attraverso risonanza magnetica ad alto campo del cervello e del cuore. Le immagini verranno soprapposte ai dati molecolari ottenuti ed elaborati attraverso algoritmi di intelligenza artificiale per la creazione di modelli di rischio e di terapia personalizzata in settori come quelli dell’oncologia, delle malattie neurodegenerative e per contrastare l’invecchiamento cellulare della popolazione generale.

Nell’Hangar dello Spaceport America, nel deserto di Truth or Consequences in New Mexico, è stato allestito un laboratorio di ricerca tutto italiano dotato delle più avanzate apparecchiature e tecnologie.

Queste saranno smontate dai laboratori italiani e trasportate in aereo dall’Aeronautica Militare. Il laboratorio di biologia cellulare e molecolare è dotato delle più moderne attrezzature scientifiche per la manipolazione di colture cellulari in condizioni di assoluta sterilità, e dell’intelligenza artificiale per scoprire nuovi biomarcatori di malattia e migliorare gli approcci di medicina personalizzata nell’ambito delle malattie degenerative, oncologiche e legate all’invecchiamento cellulare e dell’organismo.

L’Università Politecnica delle Marche ha altri due progetti con il gruppo scientifico del Servizio Sanitario dell’Aeronautica Militare, fa sapere il professor Corvaro: «Uno collegato alla possibilità di stoccare energia da usare in satelliti e vettori spaziali» e un altro collegato ai «biosensori».

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